PRETI GAY E CHAT, A ROMA IL CLERO-RAVE

23/07/2010 di

Rave e afterhours solo per preti gay. L’invito viaggia via sms e i locali sono sempre gli stessi. Ma spesso i nomi dei locali che ospitano feste private omosex solo per religiosi vengono affidate alle chat. Esattamente come succede per rave e afterhours, raduni esclusivi e dedicati. Così a Roma si ritrova la comunità di sacerdoti omosessuali, almeno stando a quanto dichiara Fabrizio Marrazzo di Arcigay Roma.

«Non è un mistero che ci siano preti e sacerdoti che a Roma frequentano ambienti e locali gay – ha spiegato Marrazzo – ma ovviamente si tratta di feste private. E comunque di certo non condanno tutto questo». Sms e chat garantiscono anonimato ed esclusività. Di questi locali, i cui nomi si tramandano con un discreto passaparola, qualcuno gravita dalle parti della gay-street, via di San Giovanni in Laterano, altri dalle parti d Testaccio. Come il ’69’, frequentato ritrovo per feste in tema e solo per gay. Al Gay Village, a Roma, una delle discoteche ‘dedicatè all’aperto più grande d’Italia, la privacy è d’obbligo anche perchè «quando vengono certo non vestono la tonaca». Però qualcuno si fa sfuggire che, nonostante il fenomeno sia in netto calo, «qualche seminarista viene a ballare qui, ovviamente in incognito perchè il Village è sempre sotto i riflettori». A proposito dell’inchiesta del settimanale Panorama, che annuncia un servizio sul prossimo numero che mostra preti sorpresi a frequentare i locali di ritrovo dei gay romani, Marrazzo ha spiegato che lo scorso 2 luglio, alla vigilia del Gay Pride della Capitale, il sacerdote francese di cui si fa riferimento potrebbe «essere stato al locale ’69’, nel quartiere Testaccio, dove spesso si organizzano afterhours per omosessuali», intorno alle 5 del mattino. Questo locale rientrerebbe nel giro di locali dove si organizzano feste per religiosi gay. Per Marrazzo, invece, «il Gay Village è un posto sicuramente poco frequentato da sacerdoti gay soprattutto della zona, visto che spesso ci sono fotografi ed è un posto al centro dell’attenzione. Per loro ci sarebbe poca discrezione». Ma gli appuntamenti si ottengono anche in chat: attraverso gay.it oppure sul sito ‘Venerabilis’, il web-site con dominio turco della sedicente ‘Fraternità omosessuale dei preti cattolici romanì. Gia nella home page del sito si sottolinea di essere «per e con la Chiesa Cattolica Romana e dalla parte del santo Padre», e di voler essere di «aiuto ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici ‘omosensibilì che si sforzano di vivere la ricchezza della vita umano-cristiana consapevoli dei propri limiti». La policy è chiara e prende le distanze dalla ‘lobby gay’ e dalle associazioni italiane che fanno riferimento alla comunità lgbt. Ma il punto forte sono i chatters che chiedono se sei un sacerdote e se vuoi ‘dialogare con serenità e pace in chat’. Tra le chat tematiche quella ‘Chiedi al sacerdotè, dove è possibile consultare «con assoluta tranquillit… e riservatezza, sacerdoti, religiosi e alcuni laici, personale psicologo o medico». Come in tutte le chat che si rispettino anche Venerabilis ha i propri moderatori che bannano (escludono, ndr) chiunque usi un linguaggio volgare o scurrile. I sacerdoti gay? «Un fenomeno molto affermato, soprattutto con altri papi perchè Ratzinger ha condotto una campagna da caccia alle streghe, confondendo omosessualità e pedofilia». Alessio De Giorgi, direttore di gay.it non si mostra sorpreso davanti all’anticipazione dell’inchiesta di Panorama sulle notti brave dei preti omosessuali a Roma anche se sottolinea che l’argomento è «inquinato da una certa pruderie».