I 60 ANNI DI RENATO ZERO IN UN LIVE A ROMA

03/07/2010 di

Si chiama ‘Sei Zerò ed è l’evento, unico live di Renato Zero nel 2010, che l’artista romano regalerà a tutti i suoi fan per il suo 60/o compleanno nella suggestiva cornice di Piazza di Siena a Villa Borghese. L’evento, che si svolgerà dal 29 settembre al 6 ottobre, è stato presentato oggi in Campidoglio dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e dal celebre cantautore.


Saranno sei concerti, tutti unici, con una scaletta costellata dai più grandi successi di Renato Zero, dal Il Triangolo, a Il carrozzone, da Cercami a Mi vendo, dal Il cielo a I migliori anni della nostra vita. «Sono emozionato perchè piazza di Siena è un pezzo di me – ha detto Renato Zero – andavo a scuola infatti dalle suore francesi a Trinità dei Monti e non perchè la mia famiglia fosse benestante ma perchè la direttrice della scuola si era affezionata a mio padre poliziotto. Mi sembrerà quindi di tornare a casa». L’artista ha raccontato che «Roma all’inizio mi ha amorevolmente ostacolato a causa della mia irrequietezza estetica ma questa ostilità mi ha dato forza e ho portato la mia romanità fuori per convincere tutti che era una romanità di maniera. Accanto a me, scendendo dai troni celesti, ci saranno Mia Martini, Bruno Lauzi, Stefano Rosso e Umberto Bindi». Il sindaco Alemanno ha sottolineato che «Renato rappresenta l’altra Roma, non quella dei salotti e del potere, perchè lui parla il linguaggio dell’autenticità. Non la Roma ipocrita o di facciata ma la Roma vera, quella che ci piace mostrare al mondo». Di Renato Zero come ‘patrimonio nazionalè ha parlato l’assessore alla Cultura Umberto Croppi: «Roma è felice di poter festeggiare con queste serate il compleanno di Renato». In merito alle polemiche sull’utilizzo di Piazza di Siena per concerti o eventi, il sindaco Alemanno si è detto convinto che «il pubblico non lascerà segni negativi nella Piazza. Sarà una bellissima festa». Gli ha fatto eco il sovrintendente comunale Umberto Broccoli: «Quello di Renato Zero non è un pubblico scalmanato. È giusto che il salotto di Roma sia la quinta e il palcoscenico di quella che è stata ed è la voce di tante generazioni».