MORTO DON PICCHI, L’ULTIMO GRAZIE AL PRETE ANTI-DROGA

31/05/2010 di

Per vincere la droga non bisogna lottare contro la sostanza ma sconfiggere il disagio che spinge a farne uso. La forza di don Mario Picchi era quella di combattere contro l’umana debolezza. Lo ha fatto per tutta la vita e oggi, il giorno dopo la sua morte, in tanti gli hanno voluto dire l’ultimo ‘graziè al campione della solidarietà, in prima fila per anni nella lotta alla droga. Alla camera ardente allestita all’ospedale Fatebenefratelli di Roma, è stato per tutto il giorno un via vai di persone, alcune non più giovani, ma che una volta erano ragazzi magari non molto felici, che si sono rivolti alle strutture del Centro italiano di solidarietà, da lui fondato, e sono riusciti a vincere la tossicodipendenza. Negli occhi di questi ex ragazzi Enrica, nipote di Don Picchi, morto ieri all’eta di 80 anni, oggi vede «la tenerezza di chi ha avuto molto da mio zio e che lo ha ricambiato con un affetto dimostrato negli anni».

La donna, in lacrime per la morte dello zio malato da tempo, oggi ha trovato conforto «nel vedere i volti di chi è rinato grazie a mio zio». C’è una donna, ora adulta, che ricorda il suo fidanzato e la sua storia: «Io gli volevo bene ma lui aveva vissuto per tanto tempo nell’illegalità. Si drogava ma poi ha deciso di frequentare gli incontri per un anno. Durante quel periodo ha scoperto di avere l’Aids». L’uomo ha smesso di andare agli incontri e l’operatrice che lo aveva seguito per tanto tempo ha così scoperto che era morto a causa della malattia. «Prima però – ha continuato la donna – ha voluto sposarmi per regolarizzare la mia posizione e quella di nostra figlia. Un ultimo esempio di come aveva voluto cambiare la sua vita».

Anche il mondo politico ha voluto rendere omaggio, in modo bipartisan, a Don Picchi, i cui funerali si svolgeranno martedì prossimo alle 11.30 nella basilica di San Giovanni. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della Regione Lazio Renata Polverini e il presidente della Provincia di Roma si sono recati alla camera ardente. Alemanno ha annunciato «di aver completato l’esproprio dell’area di via Appia Nuova che sarà conferita al Centro Ceis» un’area con una struttura e diversi ettari di terranno dove verranno realizzati progetti cari a Don Picchi. Un’opera concreta, come piaceva al sacerdote, al quale comunque il Campidoglio intende dedicare una via di Roma. Polverini ha assicurato tutto il sostegno a chi continuerà il suo impegno per battere la tossicodipendenza. Anche per Zingaretti «il modo migliore per ricordarlo è prendersi l’impegno perchè il suo insegnamento rimanga sempre vivo». La «grande anima» di don Picchi «continuerà a vivere nella sua altruistica opera», ha detto il senatore Carlo Giovanardi, mentre la vicepresidente del Senato Rosy Bindi, in un messaggio, lo ha ricordato «sempre al fianco dei ragazzi e delle loro famiglie: un vero educatore». Per Walter Veltroni, che da sindaco di Roma, collaborò con Don Picchi, «la sua scomparsa lascia un grande vuoto, ma il suo rigore e la sua testimonianza di vita sono un patrimonio che rimarranno».