ROMA, BRANCO PESTA GAY VICINO AL COLOSSEO

29/05/2010 di

Una serata spensierata passata con gli amici nella ‘Gay street’. Ma una volta rimasto da solo, la notte romana ha materializzato un incubo: dietro l’angolo lo aspettava il ghigno dei suoi aguzzini, che lo hanno riempito di botte urlandogli «Frocio di m…». Sono gli attimi di terrore vissuti da un giovane omosessuale a Roma, pestato a sangue nei pressi del Colosseo da un gruppo di quattro o cinque ragazzi.

La vittima, che oggi ha denunciato la vicenda attraverso l’Arcigay, ha persino rischiato di perdere un occhio. Il giovane, un romano di 24 anni residente nell’hinterland capitolino, stava tornando a casa dopo essere stato nel vicino locale della Gay street, il ‘Coming out’. Una volta arrivato alle scale per raggiungere via Cavour e poi la stazione Termini, è stato accerchiato dal gruppo di ragazzi tra i 25 e i 30 anni. La vittima ha subito capito di essere stata seguita. «Sei un frocio di m…», gli urlavano. Lui ha avvertito subito il pericolo e ha lanciato l’Sos chiamando al cellulare il suo compagno. Hanno cominciato a prenderlo a pugni. Poi, una volta finito a terra, gli hanno sferrato calci dappertutto e prima di scappare gli hanno rubato il cellulare. Dopo poco è arrivato il compagno della vittima e un altro amico. Ma l’incubo non era ancora finito. «In via Cavour, uno dei miei due soccorritori ha chiesto dei fazzoletti in un bar per tamponare il sangue, ma loro si sono rifiutati. Nel frattempo io non ero cosciente e il mio sangue colava», ha spiegato la vittima al suo avvocato Daniele Stoppello.

Il ragazzo aggredito – ha spiegato il legale – è stato ricoverato d’urgenza all’Umberto I, riportando diverse ferite, tagli e contusioni al volto e rischiando di perdere l’occhio. «Mi sono sentito la loro cavia», ha detto oggi il giovane omosessuale ricordando sconvolto quei momenti di paura – L’unico potere che ho in questo momento è quello di denunciare i miei aggressori. Mi auguro la collaborazione di qualcuno, ma spero che nessuno abbia assistito a quanto è successo, perchè sapere che qualcuno ha visto e non parla mi farebbe ancora più male«. L’aggressione è avvenuta in via del Fagutale, sotto la casa dell’ex-ministro Claudio Scajola. E i criminali potrebbero essere stati individuati da eventuali telecamere presenti sul posto. Unanime lo spirito di solidarietà al giovane aggredito e lo sdegno per la vicenda, manifestati da molti esponenti politici, prima tra tutte il ministro Mara Carfagna, dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, dal presidente della Provincia Nicola Zingaretti e dalla presidente della Regione Renata Polverini. Per il ministro per le Pari Opportunità è indispensabile che »chi ha visto, parli. Lo faccia per assicurare alla giustizia una banda di delinquenti e, se non basta, per riparare all’errore di non essere intervenuto ad aiutare un ragazzo vittima di una barbara aggressione«. L’Arcigay di Roma ha lanciato »un appello alle forze dell’ordine affinchè rintraccino i colpevoli di questa aggressione così violenta«, perchè »sono troppi i casi di omofobia irrisolti di cui non sono stati individuati i responsabili«.Mentre per il commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, »gli episodi di violenza quotidiani che sentiamo riportare dalla stampa e che i nostri operatori registrano sul territorio ogni giorno sono un campanello d’allarme di un’escalation di intolleranza e discriminazione nei confronti dei cosiddetti «diversi». Dall’agosto dello scorso anno, quando una coppia di ragazzi gay fu aggredita di fronte al Gay Village e uno di loro fu ferito da un colpo di bottiglia rotta sferrato all’addomme, nella Capitale si sono verificate diverse aggressioni contro gli omosessuali. L’ultima lo scorso aprile: nella notte un giovane volontario di Arcigay era stato insultato e aggredito da un gruppo di quattro ragazzi a bordo dell’autobus a Trastevere.