BOMBA IN AFGHANISTAN, MORTI DUE ALPINI ITALIANI

17/05/2010 di

Questa volta “San Lince” non ha fatto il miracolo. Un ordigno «ad altissimo potenziale» è scoppiato sotto un blindato italiano diretto nell’avamposto di Bala Murghab, nell’ovest del’Afghanistan, zona calda al confine con il Turkmenistan: morti due alpini, il sergente Massimiliano Ramadù, di 33 anni, ed il caporal maggiore Luigi Pascazio, di 24. Feriti gli altri due occupanti del mezzo: gamba fratturata per il caporal maggiore Gianfranco Scirè; di 28 anni; più serie le condizioni di una soldatessa, il caporale Cristina Buonacucina, di 26 anni, che non corre pericoli di vita.


BOMBA CONTRO LINCE – L’attacco è avvenuto alle 9.15 locali, le 5.45 del mattino in Italia. Una colonna di ben 130 mezzi per un numero complessivo di circa 400 militari era partita da Herat diretta alla base di Bala Murghab per portare rinforzi. Facevano parte del convoglio anche militari americani, spagnoli ed afgani. Il Lince con a bordo gli italiani si trovava nella testa della colonna, in quarta posizione, quando c’è stata l’esplosione, a circa 25 km a sud di Bala Murghab. È stato uno Ied, i famigerati ordigni artigianali, piazzato lungo la strada e nascosto sotto la sabbia, a colpire il blindato. Non è ancora chiaro se è stato azionato da un telecomando a distanza oppure è stato il contatto con il Lince a provocare l’esplosione molto violenta che ha perforato la resistenza del blindato italiano.

DUE MORTI E DUE FERITI – Nulla da fare per Ramadù e Pascazio, morti subito: feriti principalmente alle gambe gli altri due occupanti del mezzo, che sono stati subito evacuati in elicottero verso l’ospedale da campo spagnolo di Herat. Mentre Scirè, il fuciliere che stava in ralla, ha riportato la frattura di una gamba, Cristina Buonacucina, la radiofonista del mezzo, ha subito fratture multiple alle gambe ed alle vertebre. Nel pomeriggio è stata quindi trasferita nel più attrezzato ospedale americano di Baghram dove è stata sottoposta ad accertamenti. Si sospettano lesioni alla colonna vertebrale, anche se comunque riesce a muovere le gambe. La donna ha riportato anche una compressione epatica, un versamento ematico e fratture alle caviglie. In serata è stata stabilizzata dai medici.

CONTRO ‘IED’ IN ARRIVO SUPERBLINDATI FRECCIA – Ancora gli ordigni artigianali improvvisati, dunque, il pericolo numero uno per gli italiani in Afghanistan. Un pericolo ben chiaro ai vertici militari, ma subdolo e difficile da contrastare efficacemente. Gli alpini della Taurinense del generale Claudio Berto, che da circa un mese guida la Regione Ovest di Isaf, hanno schierato un intero battaglione di artificieri per affrontare al meglio la minaccia. I Lince, pur potenziati nei loro dispositivi anti-mina, non garantiscono l’incolumità dei passeggeri nel caso di elevate quantità di esplosivo, come si è visto oggi. Sono quindi in arrivo – saranno in Afghanistan a giugno insieme ai mille uomini di rinforzo che porteranno a 4.000 il numero degli militari italiani nell’Ovest del Paese – i nuovi superblindati Freccia: ‘bestionì da 28 tonnellate, con otto ruote motrici, che possono raggiungere 105 chilometri orari. Sono tecnologicamente avanzati e digitalizzati, con un livello di protezione balistica ed antimina superiore a quello dei Lince. Sono meno manovrabili di questi ultimi, ma più sicuri.

BALA MURGHAB, FORTINO ASSEDIATO – L’attacco di oggi è avvenuto in un’area, quella di Bala Murghab, dove è in corso un consistente sforzo da parte di Isaf per allargare la ‘bollà di sicurezza. È infatti un’area molto difficile, al confine con il Turkmenistan, crocevia di traffici illeciti, dalla droga alle armi. Che insorgenti, talebani e altri criminali sono ben decisi a non lasciare nelle mani delle forze Nato. Si inserisce in questo quadro l’operazione che oggi portava rinforzi nel fortino Columbus, dove ci sono italiani, spagnoli, americani e afghani.

DOMANI CAMERA ARDENTE A HERAT, MERCOLEDÌ SALME IN ITALIA – Domani mattina alla base di Herat sarà allestita una camera ardente per i due militari morti. Le salme verranno rimpatriate nella mattinata di mercoledì. Domani il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, farà un’informativa alla Camera sull’accaduto. Intanto, arriva la solidarietà del Pentagono. «La loro opera – dice il portavoce – non è stata vana. Continueremo a impegnarci per vincere. Il loro sacrificio non sarà dimenticato». Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, elogia i soldati italiani che «stanno facendo un eccellente lavoro in Afghanistan e la Nato apprezza molto il contributo italiano alla missione, nonchè il solido impegno politico che ha sempre dimostrato». La situazione nel Paese è sempre critica: oltre agli italiani, oggi sono morti anche altri due militari Nato per l’esplosione di ordigni.