Morto il regista Damiano Damiani

08/03/2013 di

Una vita nel segno della passione civile, così si può sintetizzare la storia del friulano Damiano Damiani, scrittore e attore e soprattutto, ovviamente, regista nato a Pasiano di Pordenone il 23 luglio del 1922 e morto questa sera a Roma nella sua casa, per insufficienza respiratoria. Da molti anni si era ritirato ma resta il suo cinema sbocciato nell’epoca del Neorealismo e proseguito con film in cui accanto ai codici del cinema popolare riusciva a far emergere una denuncia, in pieni anni ’70, delle storture del sistema e della cupola di potere. Un cinema civile, con titoli come Il giorno della civetta, dal romanzo di Leonardo Sciascia, con Claudia Cardinale e Franco Nero e Confessione di un commissario di polizia, riuscendo – era il 1984 – a trasferire questo cinema persino in tv con la prima e ormai cult Piovra, il film tv con il commissario Cattani di Michele Placido ancora oggi tra le cose più belle prodotte dalla Rai. Passionale, curioso, con il gusto per la polemica, Damiano Damiani comincia a lavorare insieme a quel gruppo di talenti che si chiamano Comencini, Lattuada e Olmi. Nel 1960 firma il primo film, Il rossetto, in cui fa recitare nel ruolo di un commissario di polizia Pietro Germi. Gli anni ’60 sono il decennio d’oro di Damiani che piace ai critici, incassa al botteghino e ha le lodi della sinistra laica. Cesare Zavattini lo affianca nell’adattamento dell’Isola di Arturo di Elsa Morante (1962) mentre è dell’anno successivo l’adattamento con Tonino Guerra della Noia di Alberto Moravia. Stesso anno, il ’63, della Rimpatriata con Valter Chiari. Si cimenta con gli Spaghetti Western con Quien Sabe con Klaus Kinski. È del ’66 il suo film più noto, quel Il giorno della civetta che segue un filone di cinema civile. Nel 1972 è il regista di Girolimoni, il mostro di Roma con Nino Manfredi uno dei maggiori incassi del cinema di impegno, mentre è del ’70 La moglie più bella, il film d’esordio al cinema di Ornella Muti. Negli anni ’80 il successo con La piovra, di cui firmò solo la prima serie ma che resta l’apripista di un genere tv che racconta la storia del Paese. Nel 1986 firma L’inchiesta, che indaga sulla morte di Gesù da una sceneggiatura di Suso Cecchi D’Amico, preceduto l’anno prima da Pizza Connection. In tv è regista del Treno di Lenin, L’uomo di rispetto, Una bambina di troppo e Ama il tuo nemico. Circa dieci anni fa il suo ritiro dalle scene anche per dedicarsi al segreto amore per la pittura.