Toto-voto, probabile la scelta del 24 febbraio
Tutto ora va nella direzione di un voto nazionale il 24 febbraio. Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri l’ha indicato al Quirinale che ne ha preso atto. E, dal Lazio, la governatrice dimissionaria Renata Polverini, ha subito fatto sapere di aspettare solo una data certa dal governo per poter adeguare a quella la data delle urne regionali. Se questa fosse davvero il 24 potrebbe essere un compromesso accettabile anche per i più rigorosi della coalizione di centrosinistra. Che oggi hanno mostrato i muscoli. Il Pd Roma, guidato da Marco Miccoli, ha già in mano una denuncia da portare alla magistratura contro «tutte le istituzioni che si mettono in mezzo».
Ed oggi il candidato del centrosinistra alla Regione Lazio Nicola Zingaretti aveva parlato con Cancellieri: «Deve vigilare – aveva spiegato – che non si continui a violare la legge. Ci sono due sentenze molto chiare» che chiedono un voto rapido. Al ministro, Zingaretti aveva segnalato «il rischio di caos nel quale si può precipitare se il Governo non interviene con rigore». Al massimo «c’è una disponibilità a discutere se si rimane intorno ai giorni di febbraio. Nessuno faccia il furbo».
I sindaci, ha ancora riportato Zingaretti, stanno segnalandogli che nonostante le elezioni siano state convocate per il 10 febbraio col decreto di Polverini, a nessun Comune è arrivato il successivo decreto di indizione. «Incominciano a esserci tutti i presupposti per i reati di abuso d’ufficio od omissione di atti d’ufficio», ha aggiunto. E il Pd Roma è con lui: «Chiediamo ad Alemanno – ha affermato Miccoli – di convocare da sabato 22 i comizi elettorali e autorizzare la raccolta firme». In caso contrario sarà denuncia, dice. E nella coalizione le voci sono critiche: Massimiliano Smeriglio (Sel), coordinatore della campagna di Zingaretti, ricorda che «responsabilmente non abbiamo sollecitato ricorsi sull’ipotesi di election day, ma se dovesse saltare, nel Lazio la data c’è». Stefano Pedica (Dl) ricorda che ancora non sono stati distribuiti i moduli per le firme. Ma il più intransigente è il legale del Movimento Difesa del Cittadino, Gianluigi Pellegrino: «Nel Lazio – ha affermato – si vota il 10 febbraio, senza se e senza ma. Abbiamo diffidato tutti i sindaci a pubblicare i relativi manifesti per non incorrere anche loro in reati». Pure la Provincia di Roma ha ricevuto un’intimazione.
«La Regione Lazio – ha reso noto però in serata via Cristoforo Colombo – trasmetterà le opportune istruzioni ai Comuni che le riceveranno nei tempi utili a garantire l’osservanza dei tempi e modi previsti dalla legge per la pubblicazione dei manifesti elettorali». La proposta di Pellegrino è radicale: se vogliono l’election day, sia esso adeguato alla data del Lazio, e non viceversa. I tempi però, anche per il 24, sono strettissimi, in particolare per garantire il voto dall’estero.