Madre ragazzo suicida: indagate sui bulli a scuola

27/11/2012 di

Gli strappavano il pc dalle mani, si sostituivano a lui con profili falsi e scrivevano «non fidatevi di lui perchè è frocio», ma «nessuna informazione» era arrivata dai docenti alla famiglia. A qualche giorno di distanza dai funerali di suo figlio, la madre del ragazzo di 15 anni suicidatosi a Roma dopo i continui insulti per una presunta omosessualità, chiede la verità ed esorta la magistratura a verificare «eventuali responsabilità della scuola» e individuare i bulli, «anche se minorenni».

E nel caso in cui emergano prove consistenti per istigazione al suicidio, non sono neppure escluse – secondo l’avvocato della famiglia – azioni legali nei confronti della stessa scuola o denunce per i coetanei al Tribunale dei minorenni. Alcuni insegnanti e altri genitori dei ragazzi sono attoniti di fronte al ‘j’accusè della mamma del ragazzo, che frequentava il liceo Cavour. Nei giorni scorsi la stessa preside, Tecla Sannino, aveva anche parlato di «vicenda privata». «Tutta la comunità scolastica – aveva detto Sannino – ricorda con affetto, amicizia e stima il proprio alunno e compagno scomparso». In attesa dell’esito delle indagini della Procura, che alcuni giorni fa ha aperto un fascicolo sulla vicenda, spunta ora un terribile interrogativo sulla possibilità – avanzata dalla mamma – che il 15/enne possa aver tentato il suicidio già tre settimane prima proprio all’interno del liceo. «Il primo tentativo di suicidio – ha spiegato – ci è stato riferito in un momento di cordoglio, in casa nostra, il giorno dopo la scomparsa di nostro figlio, da un suo coetaneo, tentativo avvenuto circa tre settimane prima con l’impiego di una cinta in una rampa di scale. Ma quale scala, visto che nella rampa nel nostro condominio, per come è strutturata, non avrebbe potuto concretizzarsi l’insano gesto? Erano le scale forse della scuola?».

E ora la madre del liceale chiede che «la magistratura faccia chiarezza su cosa è accaduto a nostro figlio, di individuare eventuali responsabili di bullismo anche se minorenni e di individuare eventuali responsabilità della scuola, se ce ne fossero». E dopo le grida di dolore di alcuni giorni fa, arriva la rabbia anche nei confronti di alcuni insegnanti. «Abbiamo avuto notizia – prosegue – di frasi con scritte ingiuriose del tipo ‘non vi fidate del ragazzo dai pantaloni rosa perché è frociò, frase questa fatta poi cancellare su disposizione di un docente che si arroga il diritto di darne incarico a un imbianchino e non si assume il dovere di darne a noi informazione».

A descrivere l’immagine del 15/enne, un ragazzino pieno di interessi e di progetti, stavolta è proprio la madre. Prima del liceo aveva frequentato la Schola Puerorum della Cappella Sistina e faceva parte del coro. Era curioso e gli piaceva leggere fin da quando aveva nove anni. Era «coinvolgente, allegro e pieno di interessi». Faceva nuoto fin da piccolo, partecipava alle gare di orienting a scuola, ottenendo buoni risultati. Un paio di giorni prima della tragedia era andato a correre per due ore e mezza: si stava allenando per la maratona di Roma a marzo. «Non era gay – ripete la mamma – ma l’ignoranza, partorita dall’invidia, ha fatto in modo che un ragazzo diverso sì ma perchè anticonformista in quanto educato, rispettoso, colto e pieno di interessi fosse tacciato come ‘frociò e vessato pesantemente e di continuo. E invece era solo un ragazzo d’altri tempi. Tanto che, come dicevano, sembrava uscito dal libro Cuore».

  1. volevo fare un commento su questa vicenda ,ieri ho sentito al telegiornale questa mamma composta con il suo dolore per haver perso suo figlio per ignoranza non per incidenti malattie ecc….ma solo per cattiveria gratuita!volevo direa questi ragazzi diventerete genitori mamme o pappa e sarà una ruota che gira chisà se i loro figli saranno (froci)!!!nel 2012 non si possono sentire queste notizie al tg.grazie mary mamma di due figli maschi ,e non vorrei trovarmi mai come quella mamma che seva di lezione a noi tutti .e che si faccia giustizia