Omicidio Mollicone, test Dna su sei indagati

19/07/2012 di

Forse a metà settembre potrà arrivare la svolta nelle indagini sull’omicidio Mollicone, un giallo irrisolto da 11 anni. Sono infatti attesi per il 14 settembre i risultati del test del Dna avviato oggi sui sei indagati per l’uccisione di Serena Mollicone, studentessa diciottenne trovata morta nel giugno 2001 nel bosco di Anitrella, non lontano dalla sua casa di Arce, nel Frusinate. Con mani e piedi legati, soffocata da una busta di plastica in testa dopo essere stata tramortita con un colpo alla testa.

Per i sei indagati l’ipotesi di reato avanzata dalla Procura di Cassino è omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e occultamento di cadavere. Si tratta dell’ex fidanzato della ragazza, Michele Fioretti, di sua madre Rosina Partigianoni, dell’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola e di sua moglie, del figlio della coppia Marco e di un altro carabiniere, Francesco Suprano. Nella sala investigazioni del comando provinciale dei carabinieri di Frosinone, tre carabinieri del raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Roma (Racis) hanno svolto gli esami del profilo genetico, delle impronte digitali e papillari, Saranno messi a confronto con i due profili misti di Dna maschile trovati sui vestiti della ragazza e con un’impronta digitale individuata sul nastro adesivo usato per legarla, tracce emerse ad aprile nell’incidente probatorio. Nel 2003 del delitto viene accusato il carrozziere di Arce Carmine Belli, in possesso di un biglietto scritto da Serena. Ma l’uomo sarà assolto in tutti i gradi di giudizio.

Nel 2008 un brigadiere dei carabinieri, Santino Tuzzi, all’epoca del delitto in servizio alla stazione di Arce, si suicida sparandosi al petto. Quattro giorni prima era stato interrogato come testimone e aveva rivelato che il giorno in cui Serena scomparve la vide entrare in caserma. La giovane potrebbe aver scoperto qualcosa di losco e sarebbe andata dai carabinieri per denunciarla. Qualcuno l’avrebbe tramortita e poi abbandonata nel bosco, dove due giorni dopo fu ritrovata morta. Il test del Dna avviato oggi, tuttavia, è visto anche come una garanzia per chi si professa innocente. Per l’avvocato Francesco Germani, che assiste la famiglia dell’ex maresciallo dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, indagato insieme alla moglie Anna e al figlio Marco, «la tranquillità dei Mottola è la migliore garanzia che i miei assistiti con questa vicenda non c’entrano nulla». «Abbiamo trovato un clima disteso – ha detto l’avvocato Armando Paglei, che difende Michele Fioretti e la madre Rosina Prestigianone – e aspettiamo con fiducia le conclusioni della magistratura. Abbiamo sempre mostrato piena collaborazione e i miei assistiti sono assolutamente sereni». Il gip di Cassino, Angelo Valerio Lanna, ha prorogato le indagini fino al 20 settembre, mentre la perizia sul test del Dna dovrà arrivare entro il 14 dello stesso mese. Ci saranno anche accertamenti, relativi alle impronte digitali, per tutte le persone in qualche modo coinvolte con l’omicidio della studentessa di Arce. Sarà utilizzata anche la banca dati dell’Afis del ministero dell’Interno. La procura di Cassino, dopo undici anni di misteri, vuole arrivare a una svolta e scoprire il volto dell’assassino della diciottenne.