Rifiuti a Roma, è rischio emergenza

09/06/2012 di

E ora sì che si rischia davvero lo stallo. Proprio ora che Roma, parole del commissario straordinario Goffredo Sottile, «è a un passo dall’ emergenza», nella vicenda della nuova discarica rischiano di riaprirsi i giochi. Ci sono ben 12 cave dismesse, solo nel territorio del Comune di Roma, che potrebbero costituire una alternativa a quella di Pian dell’Olmo, scelta dal commissario.

La nuova rosa è contenuta nello studio delle aree idonee che la Provincia di Roma ha inviato oggi agli enti locali. Sono indicazioni di massima, riferimenti cartografici su ‘macroareè. Un documento ponderoso tutto da studiare. Però i posti ci sono, afferma trionfante la Regione Lazio: «Sarebbe opportuno – scrivono gli uffici di Renata Polverini, contraria a Pian dell’ Olmo – un approfondimento da parte del ministro dell’ Ambiente, del commissario e di Roma Capitale».

Il meccanismo fissato dalla legge regionale, tecnicamente, dice infatti che la Regione fissa i criteri di idoneità, la Provincia mappa le aree secondo quei criteri e il Comune, infine, dovrebbe scegliere. Ma il sindaco Gianni Alemanno, che da mesi sostiene che un sito idoneo a Roma non c’è e che su Pian Dell’Olmo si è scontrato contro il «muro» degli ex Forza Italia, tiene il punto: se la Regione ha fissato l’Ambito territoriale ottimale a livello provinciale, perchè allora questo sito deve essere per forza a Roma? «Io non dico di no – argomenta – ma prima si guardi una volta per tutte e con trasparenza all’idoneità, al di là della politica. Se il sito più idoneo sarà individuato a Roma allora ci rassegneremo. Però è puerile dire ‘a Roma i rifiuti di Romà: ogni giorno arrivano un milione di pendolari e di turisti. Pian dell’Olmo? Magari può essere il meno peggio, ma io non lo so: verifichiamo». Insomma si preannuncia la riapertura dell’ennesimo giro di approfondimenti tecnici. Che difficilmente potranno essere fatti «in poche ore» come auspica Alemanno.

Al sindaco, in ogni caso, è arrivato oggi un bell’assist dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini: «Per noi la prima scelta era Pizzo del Prete, a Fiumicino – sostiene – per Pian dell’Olmo devo prima vedere il progetto per la futura discarica: servono importanti interventi ingegneristici. Se non supererà i vincoli inderogabili allora diremo di no». E ancora: «Bisogna individuare anche il sito definitivo, e Provincia e Regione devono dare un contributo importante».

Sottile, dal canto suo, si trova in mezzo e cerca di tenere la barra: «Dobbiamo trovare il modo di andare avanti» afferma di fronte alla commissione Ambiente della Regione Lazio. E non vuole restare con in mano un cerino di cui non è più neanche chiara la lunghezza: «Mi sono trovato sette siti indicati dalla Regione e mi assumo tutte le responsabilità della decisione di Pian dell’Olmo, il più aggregante delle posizioni del sindaco, e dei presidenti di Provincia e Regione. E su questo ha convenuto anche il ministro Clini». E però anche il suo tentativo di sparigliare con l’idea di mandare la spazzatura all’estero viene respinta al mittente con decisione sia da Alemanno che da Polverini. Per cui Sottile tira dritto su Pian dell’Olmo: «L’ho detto anche a Clini. Stiamo acquisendo le aree per l’occupazione. Il tempo è nemico, l’Ue ci guarda. Pian dell’Olmo ha le caratteristiche di una discarica provvisoria, ha una capacità di due anni. La falda è a una distanza che lo consente, il Tevere è lontano. Vincoli archeologici non ce ne stanno, c’è solo una attenzione generale su tutta l’area. Il suo difetto vero è la viabilità» elenca. Quello che cerca oggi Sottile è «il consenso di tutti gli enti, sono pronto a un tavolo di consultazione permanente».

Ma il Consiglio regionale, che martedì si riunirà in seduta straordinaria, è pronto a un no unanime e bipartisan a Pian dell’Olmo. E i comitati, sindaci in testa, sono galvanizzati. Al loro appello ha risposto il Capo dello Stato: non ho il ruolo istituzionale per intervenire, scrive Giorgio Napolitano, ma auspico che «la scelta di cui Roma ha bisogno cada sul sito più idoneo dal punto di vista tecnico, con la massima possibile considerazione per le istanze delle popolazioni interessate a ciascun sito».