Roma, morta la bimba di tre anni caduta dalla finestra

06/06/2012 di

Un piedino sulla poltroncina per affacciarsi curiosa, pochi istanti di distrazione della madre. Poi lo schianto e la corsa in ospedale. Inutile, perché è morta dopo interminabili ore di agonia la bimba di tre anni che ieri a Roma è precipitata dalla finestra al quarto piano di un palazzo, in un quartiere popolare della periferia.

La piccola è spirata nel tardo pomeriggio di ieri al Policlinico Gemelli a causa delle fratture e di un gravissimo trauma cranico con emorragia, nonostante gli sforzi dei medici del reparto di terapia intensiva pediatrica per tenerla in vita. Sua madre, una romana di 38 anni separata dal marito, è sotto choc dal momento dell’incidente, di cui si è accorta solo dopo qualche secondo: questa mattina intorno alle 9.20 stava facendo le pulizie di casa mentre la bimba giocava. Non è escluso che per la donna possano profilarsi delle conseguenze penali. Tenuta sotto sedativi, sarà sentita appena possibile dalla polizia.

La bimba si era arrampicata su una poltroncina sotto la finestra, prima di affacciarsi e di cadere. La madre è corsa disperata per le scale per soccorrere la sua unica figlia, riversa a terra nel cortile. L’ambulanza e i vigili del fuoco sono subito arrivati sul posto, in via Michele Bonelli, a Primavalle, nella periferia romana. Dopo poco è arrivato anche il nonno della bimba, che viveva al quarto piano dell’appartamento di una palazzina popolare assieme alla figlia e alla nipotina. Le ore successive hanno segnato lo strazio della madre che, vestita tutta di nero e con al collo un crocifisso, non è riuscita a trattenere le lacrime mentre con gli occhi sbarrati fissava la porta rossa del reparto di terapia intensiva pediatrica, dietro la quale sua figlia lottava per non morire. A darle sostegno amici e parenti che hanno fatto la staffetta per abbracciarla e baciarla nei corridoi dell’ospedale Gemelli. Davanti al pronto soccorso si sono viste anche tante persone che abitano nel palazzo e nella stessa via, mosse dalla commozione e dalla solidarietà. Ma è stato tutto inutile, la bambina non ce l’ha fatta e la speranza si è trasformata definitivamente in dolore. La madre avrebbe dato l’autorizzazione all’espianto degli organi.