Nave incagliata, la crociera si trasforma in tragedia

14/01/2012 di

Una massiccia operazione di evacuazione dei crocieristi naufragati vicino all’isola del Giglio è in corso a Porto Santo Stefano (Grosseto), mentre si cercano in mare i dispersi, pare alcune decine. Non sono ancora chiare le cause delle morti delle sei vittime accertate del disastro.

È presumibile che ci siano stati casi di annegamento (alcune persone sono cadute in mare) e di ipotermia, traumi dovuti alla caduta di oggetti al momento dell’incagliamento e alla ressa durante l’evacuazione, malori di persone con problemi di salute. Al momento, secondo quanto appreso, sono state sbarcate a Porto Santo Stefano (provenienti dall’Isola del Giglio) circa 1.300 delle 4.229 persone (equipaggio compreso) che si trovavano a bordo della Costa Concordia. Sbarcano persone con principi di assideramento, feriti con traumi e arti fratturati, cardiopatici e persone sedate per attacchi di panico. Sono state sbarcate anche le prime tre salme dei sei deceduti di cui si ha notizia.

Il porto di Santo Stefano è stato completamente isolato per favorire il flusso di decine di ambulanze che ricevono dai traghetti i turisti evacuati dal Giglio (12 miglia nautiche da Porto Santo Stefano, tre quarti d’ora di nave). Le persone sbarcate vengono accompagnate in pullman presso alberghi della Toscana e del Lazio, dopo essere state identificate e sottoposte a controlli medici in un’area filtro allestita sul posto dalla Protezione civile. A tutti sono state fornite coperte. Sono state aperte le scuole del paese e le mense per dare ristoro ai naufraghi. I traghetti ripartono con personale dell’esercito e volontari che vanno al Giglio a potenziare ancora i soccorsi.