Cassino, uccise l’avvocato dopo aver perso la causa: condannato

01/12/2011 di

Trent’anni di carcere per l’omicidio dell’avvocato Massimo Pallini, di 45 anni, ucciso ad ottobre dello scorso anno a Cassino, nel frusinate. Lo ha deciso oggi il Gup del tribunale di Cassino che ha condannato Natalino Di Mambro, 67 anni, per omicidio volontario.

La sentenza è avvenuta con rito abbreviato. Nel pomeriggio del 27 ottobre Di Mambro entrò nello studio legale al centro di Cassino, disse soltanto: «Devo solo dire una parola all’avvocato», poi entrò nella stanza di Pallini, gli sparò quattro colpi di pistola e fuggì. Fu una vera e propria esecuzione.

Pallini, avvocato civilista, un curriculum di piccole cause ma un portafoglio con molti clienti, morì all’istante: tre colpi lo raggiunsero al torace e uno al collo. Il killer uscì dalla stanza, guadagnò l’uscita ed ebbe anche la freddezza di dire, ad un cliente che stava per varcare la porta dello studio: «Non entri, c’è troppa gente». Poi fuggì, ma nella stessa serata si costituì alla polizia con in mano la pistola. Di Mambro, di Sant’Elia Fiumerapido, decise di uccidere il suo avvocato perchè aveva seguito per suo conto una causa di lavoro che non era andata a buon fine. Per «imperizia» del legale, a suo giudizio, aveva perso la causa. Ora per la morte di Pallini, dovrà scontare 30 anni.