Fusione? Il Comune di Filettino: diventeremo Principato

17/08/2011 di

Accorparsi con un Comune vicino, è impensabile; sparire, neanche in discussione. Per cui «ci organizzeremo per diventare un principato. Autonomo». Fanno sul serio a Filettino, 554 abitanti in provincia di Frosinone, al confine con l’Abruzzo. La manovra del governo, quella che taglia in nome dell’austerity i Comuni sotto i mille abitanti (nel Lazio 86, più la Provincia di Rieti), non la tollerano.

E la risposta, al limite della provocazione, è l’autonomia, come nel loro passato secentesco, quando, liquidato il signore feudale, si diedero statuto e governo propri. ‘Magnifica comunità di Filettinò si ribattezzarono, procedendo così, in splendida autonomia, fino all’Unità d’Italia e dando pure i natali a uno dei protagonisti del Fascismo, il generale Rodolfo Graziani, spietato governatore della Libia e vicerè d’Etiopia (stando a internet, dal 1938 al 1945 il paese prese persino il nome di Filettino Graziani). Ma non è per questo che oggi i suoi abitanti sono pronti a scendere in piazza e guardano la riforma dall’alto in basso, nonostante vivano nel paese più elevato del Lazio (oltre i mille metri) nel cuore del parco dei Simbruini, con una stazione sciistica, Campo Staffi, molto amata dai laziali. Se sono contro è perchè «abbiamo tante risorse – spiega il vicesindaco Fabrizio Giacomini che fa parte di una lista civica »Filettino nel cuore«, vicina al Pdl – dal turismo al patrimonio boschivo e il nostro Comune è uno dei pochi in Italia ad avere i conti in regola. Siamo pronti a qualsiasi tipo di protesta perchè non vogliamo essere assorbiti da un altro Comune che magari è in difficoltà economica». Scartata l’ipotesi di accorparsi con un comune vicino, probabilmente Trevi nel Lazio, al più presto la costituzione in principato – sulla cui linearità giuridica probabilmente ci sarà da dibattere – sarà portata in Consiglio comunale. Certo, dalla sua Filettino ha una posizione ‘strategicà: il controllo delle risorse naturali. Le sue sorgenti forniscono acqua a gran parte della provincia di Roma: «Metteremmo una tassa e bloccheremo i rifornimenti per mezza provincia. Abbiamo le risorse per autofinanziarci. Berlusconi – conclude il vicesindaco – lo deve sapere: il nostro Comune non si tocca». L’assessore agli Enti locali della Regione Lazio Giuseppe Cangemi è prudente («C’è preoccupazione e curiosità da parte dei sindaci, ma così è un pò troppo…»), ma il modello autonomista sembra già far proseliti tra gli altri Comuni ‘under millè del Lazio. Jenne, nella Valle dell’Aniene, ad esempio: «Incontriamoci – è la proposta del sindaco Giorgio Pacchiarotti – elaboriamo un documento unico di protesta». Non ci sta neanche Vallepietra, 400 anime, ma sorgenti d’acqua fondamentali e un santuario da 700 mila presenze l’anno. C’è anche chi pensa a una ‘campagna acquistì di residenti, e sono quei Comuni che mancano quota mille per un pelo. A Collepardo, sempre nel Frusinate, si rischia per esempio di sparire per poco più di una dozzina di residenti mancanti ed è pronto un ricorso alla Corte costituzionale: «Faremo appello a chi ha qui una seconda casa – di portarci la residenza – ha spiegato il sindaco Mauro Bussiglieri – Non possono cancellarci». Avrebbero l’appoggio, sostengono, anche del presidente della Provincia di Frosinone Antonello Iannarilli, lo stesso che poco più di un anno fa era tra i promotori della proposta di secessione da Roma delle quattro province cosiddette ‘minorì. L’autonomismo non è marchio registrato dalla Lega.

E sempre nel Lazio c’è un altro caso che rischia di esplodere, è quello della Provincia di Rieti: il presidente Fabio Melilli a proposito del rischio di soppressione dell’ amministrazione da lui governata per effetto della manovra varata dal governo, ha sollecitato la Regione Lazio a ricorrere alla Corte Costituzionale contro il provvedimento, se non sarà modificato.