Roma, rifiutato da 4 ospedali: morto

17/07/2011 di

Si indaga su più fronti sulla morte di Giorgio Manni, l’uomo deceduto venerdì scorso al Policlinico di Tor Vergata di Roma dopo essere stato rifiutato da quattro ospedali tra Subiaco, Tivoli e la Capitale. Oltre alla magistratura romana, a fare chiarezza sull’accaduto ci sarà la commissione di indagine voluta dalla Regione Lazio e l’istruttoria disposta dal presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale Ignazio Marino. L’odissea di Giorgio Manni, un muratore di 51 anni, è stata raccontata oggi da «Il Messaggero». L’uomo, ai domiciliari per una piccola storia di droga, si era rivolto il 4 luglio scorso al pronto soccorso dell’ospedale di Subiaco, accusando disturbi polmonari. L’8 luglio era tornato al pronto soccorso di Subiaco, il 10 luglio era andatoa quello dell’ ospedale di Tivoli e lo stesso giorno si era poi rivolto al policlinico Umberto I di Roma. Il giorno successivo era andato al Cto, l’11 luglio al Cto di Roma, il 12 luglio al pronto soccorso di Subiaco e da lì è stato trasferito al al policlinico di Tor Vergata dove è morto venerdì. «Per cinque volte – hanno raccontato i parenti – è stato rimandato a casa dagli ospedali a cui aveva chiesto aiuto. Ha implorato di essere ricoverato perchè aveva grossi dolori all’altezza dei reni e non riusciva a respirare. Ma in quattro diversi ospedali di Roma gli hanno risposto che poteva curarsi a casa». «Mio fratello urlava sto morendo, sto morendo non riesco più a respirare, perchè non mi ricoverano – ha aggiunto la sorella – E noi ci sentivamo impotenti. Ora vogliamo che sia fatta chiarezza, domani sarà effettuata l’autopsia. Perchè per cinque volte mio fratello è stato respinto dal pronto soccorso mentre stava morendo?».

A chiedere l’attivazione di una commissione di inchiesta alla direzione sanitaria della Asl RmG è stata la presidente della Regione Lazio Renata Polverini: «Ho contattato il direttore sanitario – ha detto – e ho sollecitato l’avvio immediato di una verifica affinchè si faccia piena chiarezza su quanto accaduto negli accessi al Pronto soccorso». Ignazio Marino, invece, ha chiesto ai carabinieri del Nas in servizio presso la Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale da lui presieduta «di avviare una istruttoria subito» perchè il quadro riportato dalla stampa «è impressionante». Secondo Marino, «sembra profilarsi una preoccupante inefficienza della rete di emergenza e urgenza regionale, per questo ho chiesto ai Nas di acquisire tutti i documenti relativi al paziente e quanto sia necessario a certificare le richieste di aiuto ai nosocomi e i motivi del mancato ricovero». Il capogruppo Pd alla Regione Lazio Esterino Montino e il capogruppo regionale e presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli mettono nel mirino i tagli: «l’ospedale di Subiaco è destinato alla chiusura il prossimo ottobre, mentre il Cto è già stato depotenziato e i Dea dei grandi ospedali non possono garantire a tutti i pazienti la qualità e l’attenzione necessarie».

Per il sindaco di Subiaco, Francesco Pelliccia, «è urgente ripristinare un vero pronto soccorso all’ospedale che non va smantellato ma deve essere potenziato». Quanto al fatto che Manni fosse ai domiciliari, il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni ha osservato: «Al di là del caso specifico, è però un dato di fatto che quello alla salute è il diritto più violato fra le persone prive della libertà personale». Il direttore generale del Policlinico romano di Tor Vergata, Enrico Bollero, «Non potevamo fare più di quello che abbiamo fatto».