Musicista pestato a sangue, choc a Roma

29/06/2011 di

La violenza di un ‘brancò che voleva ‘marcare il suo territoriò. Sono arrivati correndo, inferociti, ed hanno incominciato a tirare calci e pugni ad un gruppo di giovani che stava litigando con un abitante del rione Monti, amico degli aggressori. Sono le istantanee di una notte di violenza e follia che ha trasformato il quartiere della movida nel cuore di Roma, in una arena da combattimento. Che ha lasciato a terra il corpo agonizzante di un giovane musicista. Picchiato a morte e tramortito con un violento colpo di casco alla tempia. Punito per gli schiamazzi suoi e degli amici che erano appena usciti da un locale dove si erano esibiti in un concerto dal vivo. Alberto Bonanni, musicista 29enne romano, è ricoverato da sabato notte all’ospedale San Giovanni in condizioni gravissime: mandibole fratturate, setto nasale rotto, forte contusione alla tempia, edema celebrale ed escoriazioni bruciate sul volto causate probabilmente dai calci e dalle scarpe degli aggressori. Questa mattina sono stati assicurati alla giustizia due dei suoi aggressori: si tratta di due ventunenni romani, Cristian Perozzi e Carmine D’Alise, che sono stati riconosciuti da alcuni testimoni, frequentatori abituali della movida di Monti, grazie ad alcune foto postate sulle pagine dei loro profili Facebook. Solo uno dei due giovani aggressori ha precedenti per stupefacenti; tutti e due però, riferiscono gli agenti del commissariato Esquilino, sono ragazzi ‘difficilì, che vivono ‘al limite della legalita« e in quartieri di ‘borgatà come Tor Bella Monaca. Entrambi sono cresciuti però a Monti ed hanno ancora genitori e nonni che vi abitano. »Stavo passando di lì, ho dato solo dù pugni e me ne sono andato via. E che sarà mai…«. Queste le parole di Cristian mentre cercava di difendersi davanti gli investigatori. Forse hanno tentato di ‘marcarè il territorio aggredendo il gruppo di giovani che di notte stava gridando, dando fastidio ai residenti. E potrebbe essere proprio la ‘difesa di Monti, del loro quartierè uno dei motivi che ha fatto scattare la violenza. »Massimo sta facendo a botte. Correte!« è il grido che quella notte si è levato nella piazzetta del rione Monti, dove ogni sera giovani si vedono per bere qualche birra e scambiare quattro chiacchiere. All’appello – ha raccontato una testimone all’ANSA – hanno risposto subito alcuni giovani che si sono precipitati in via Leonina dove si sono trovati davanti il loro amico con un bastone in mano che litigava con un gruppo di ragazzi: »Il signore che abita al secondo piano è sceso in strada. È un tipo strano che vive a Monti da trent’anni. All’improvviso sono arrivati due ragazzi che hanno tirato qualche schiaffo e pugno al gruppo«. »Subito dopo – ha aggiunto – è arrivato correndo un altro ragazzo. Questo ha tirato il casco sul volto del giovane colpendolo alla tempia ed è scappato via per via della Madonna in Monti. È durato tutto qualche minuto. Il ragazzo colpito, era grosso, e dopo la ‘cascatà è svenuto cadendo per terra. C’erano attorno una quarantina di persone a guardare la lite e nessuno ha mosso un dito«. Un ulteriore episodio di violenza gratuita, nata da futili motivi che nella capitale ha scatenato la polemica politica. Come nel caso, successo pochi mesi fa, a Campo dè Fiori dove un inglese fu picchiato davanti gli occhi di una folla che lo riprende con i cellulari e non interviene. Casi che fanno riflettere, soprattutto se ci ferma a pensare all’indifferenza della gente che assiste a queste aggressioni e non interviene. Il sindaco Gianni Alemanno ha intanto annunciato che Roma Capitale si costituirà parte civile nel processo contro gli aggressori del giovane musicista, alcuni dei quali ancora a piede libero per la città.

Choc e stupore scuotono il rione Monti. La notizia dell’aggressione di Alberto Bonanni, il musicista romano 29enne pestato a sangue da un gruppo di ragazzi sabato notte scorsa, passa di bocca in bocca tra i vicoli dello storico rione della capitale. Tutti ne sono a conoscenza. Tutti ne parlano. E alcuni si dividono: da una parte i residenti, ormai stanchi degli schiamazzi e delle urla della movida, dall’altra i commercianti che tentano di minimizzare i ‘rumorì serali. E la polemica si sposta anche in politica. Portandosi appresso anche un’altro episodio avvenuto la scorsa notte al Gay Village dove alcuni partecipanti sono stati minacciati. «Una città non governata da nessuno e nel totale degrado» attacca il segretario del Partito democratico di Roma, Marco Miccoli, che aggiunge: «Schiamazzi notturni e cittadini che si vogliono fare giustizia da soli. Assistiamo ogni giorno al ripetersi di episodi di una violenza che Roma non aveva mai vissuto prima. La città è in balia di sè stessa. Alemanno si scusi con i cittadini romani per non aver mantenuto le tante promesse sulla sicurezza fatte nella sua campagna elettorale». Netta la replica del sindaco della capitale. «Penso sia sconcertante ed avvilente il fatto che si utilizzi la tragedia di un ragazzo, in fin di vita, per una gravissima aggressione, per lanciare teoremi politici. È un fatto grave che ci deve chiamare ad un sempre maggiore impegno nel controllo del territorio, ma i risultati del piano sicurezza si misurano sulle cifre delle riduzione dei reati, sulla presenza delle forze di polizia sul territorio», dice Gianni Alemanno. Ma non solo. Il primo cittadino tiene a sottolineare che «Roma non Š una citt… insicura, basta guardare il numero dei reati che cala e fare un confronto con le altre capitali. C’‚ una cultura della violenza – ha aggiunto – che esiste in tutte le grandi metropoliti e che Š un grande problema, ma accusare su questo la nostra citt… e metterla sul banco degli imputati con la nostra nostra amministrazione, Š una cosa fuor d’opera». Ma il responsabile Sicurezza del Pd Alberto Mancinelli rincara la dose e dice «siamo davanti all’ennesima dimostrazione dell’incapacità della giunta Alemanno di garantire il diritto alla sicurezza dei cittadini romani» mentre per l’Udc il piano sicurezza di Alemanno è stato solo «una promessa elettorale». Di atteggiamento «disonesto sul piano intellettuale e politico» parla il delegato alla sicurezza del sindaco Giorgio Ciardi: «Ogni volta che nella città di Roma avviene un episodio di violenza di qualunque natura – ha commentato Ciardi, come ad esempio il finto stupro di Piazza di Spagna o come le attività del presunto stupratore seriale Bianchini, gli esponenti del Pd romano alzano la testa per puntare il dito accusatore nei confronti del sindaco Alemanno». «Il rione Monti è terra di nessuno, ormai tutte le sere ci sono risse. Io ci vivo e posso dire che la situazione è insostenibile – racconta Nathalie Naim, consigliera dei Verdi del I Municipio – Qui è il regno degli schiamazzi notturni e del tavolino selvaggio. Ci sono gruppi che stazionano sempre qui in piazza: sono aggressivi, spesso ubriachi. La mattina troviamo vetri delle auto rotti, muri dei palazzi imbrattati e sangue per terra. La gente vive nella paura».