25 aprile, al Pigneto una scritta come Auschwitz

26/04/2011 di

È apparsa ieri mattina nel quartiere Pigneto a Roma l’insegna ‘Il lavoro rende liberì, uguale a quella situata all’ingresso del lager di Auschwitz che recita ‘Arbeit macht freì. Ma in questo caso la frase era in inglese: ‘Work will make you freè. L’insegna, lunga quattro metri e con ciascuna lettera alta 30 centimetri, è stata realizzata nella stessa grafica e con lo stesso materiale di quella del campo di concentramento ed è stata posta sul ponticello pedonale che collega la Circonvallazione Casilina al quartiere Pigneto.

Dopo l’intervento degli agenti della Digos, l’insegna è stata rimossa mentre sul ponticello è rimasto affisso uno striscione con la scritta «Basta morire uccisi dal lavoro e dall’indifferenza – Comitato no morti lavoro» con quattro stelle a cinque punte. La notizia dell’insegna si è diffusa rapidamente, soprattutto perché, fotografata da qualcuno – forse dagli stessi autori – è stata «postata» in internet e in pochi minuti è rimbalzata nel web. Sul ponte pedonale si sono radunate moltissime persone per commentare l’accaduto. Da molti l’iniziativa è stata giudicata una «geniale provocazione».

Meno numerosi sono coloro che non hanno apprezzato. È il caso di una attivista di Sel, che la ritiene una scritta di cattivo gusto. Un giovane artista del quartiere Pigneto sorridendo le dice che «sicuramente voleva essere uno scherzo. Hanno voluto paragonare le morti nei lager con quelle nei luoghi di lavoro». Ma nel quartiere Pigneto ci si chiede: è una provocazione razzista oppure si è davvero voluto porre l’accento sulle condizioni occupazionali e dei morti sui luoghi di lavoro? A dimostrare, secondo i presenti nella piazza principale del Pigneto, che l’insegna non era contro il 25 Aprile è il particolare che è stata composta in inglese, «la lingua delle multinazionali dove si lavora, si viene sfruttati, e si muore». Non è inoltre secondario il fatto che il quartiere sia da sempre una roccaforte di simpatizzanti e militanti di sinistra, oltre una delle aree della ‘movidà della capitale. Nel quartiere nessuno appare visibilmente turbato e stamane in via Giovanni Brancaleone, tra un piatto di fave con il pecorino e uno di salumi assortiti, è stato festeggiato come ogni anno la ricorrenza del 25 Aprile. L’insegna ha provocato inevitabilmente una serie di dichiarazioni da destra e da sinistra di condanna contro il gesto. La Governatrice Renata Polverini ha detto che è un «gesto odioso e gravissimo; mi auguro che i responsabili siano quanto prima individuati. Quell’insegna è un’offesa a quanti hanno vissuto l’orrore di Auschwitz». Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è «impressionante quello che è avvenuto. Che ci siano dei pazzi scellerati che mettono in atto questa provocazione così grave saldando una scritta che richiama quella del campo di Auschwitz, è una cosa infame». Uno dei leader del Pd, Dario Franceschini, parla, invece, di «una cosa disgustosa, uno sfregio ai deportati nei campi di sterminio».