Viterbo, l’incubo dell’infermiere stupratore seriale
Sono salite a cinque le donne che sostengono di aver subito violenza sessuale dall’infermiere 56 enne caposala dell’ospedale Andosilla di Civita Castellana, arrestato l’8 marzo scorso dagli uomini della Squadra Mobile di Viterbo con l’accusa di aver violentato una paziente ricoverata in day hospital, ancora sotto gli effetti dell’anestesia.
La dinamica degli abusi descritta nelle denunce è più o meno la stessa: tutte le donne erano state, o stavano per essere sottoposte ad accertamenti clinici che prevedono l’uso di anestesia o di sedativi, quando sarebbero state avvicinate dall’infermiere che, approfittando della loro semi-incoscienza, le avrebbe violentate. Si è inoltre appreso che nel computer sequestrato a casa dell’uomo, a Sant’Oreste (Roma), è stata trovata una quantità enorme di materiale pornografico, tra cui alcuni filmati amatoriali reperibili solo da ‘espertì. Il 25 marzo scorso il tribunale del riesame di Roma, in virtù del fatto che un’altra paziente, dopo la donna di 38 anni che per prima aveva accusato l’infermiere, si era recata alla Squadra Mobile di Viterbo per presentare una denuncia analoga, aveva confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’infermiere. Lui, però continua a dire di essere innocente.