Rifiuti, l’ordinanza della Regione Lazio divide. Iniziano i roghi a Roma
All’indomani della firma dell’ordinanza regionale per ripulire Roma dai rifiuti a tempo di record – una settimana – tornano a bruciare i cassonetti in strada, ma soprattutto torna ad accendersi lo scontro tra la sindaca Virginia Raggi e la Regione Lazio di Nicola Zingaretti.
Con la prima che già dal mattino parla di «ordinanza inapplicabile» e dice di sentirsi «truffata» dal governatore Pd. Poi nel pomeriggio diffonde un video davanti ai cancelli chiusi di un impianto fuori Roma: «I camion – afferma – non possono scaricare i rifiuti, ecco perché restano per strada. È la prova che questa ordinanza non funziona. Zingaretti ha preso in giro i romani».
Ma a stretto giro arriva la replica dell’assessore regionale ai Rifiuti Massimiliano Valeriani: «una bufala», contrattacca, perché l’impianto del video della Raggi «non è contenuto nell’ordinanza regionale, si vergogni sia per la malafede che per l’incapacità».
A fare da paciere prova il ministro Sergio Costa: «Il Comune sta facendo tutto il possibile – dice – e laddove l’ordinanza dovesse mostrare limiti la Regione interverrà tempestivamente. La priorità è la risoluzione dei problemi. Mi affido al buon senso di tutte le istituzioni». Il botta e risposta era iniziato già nel primo pomeriggio con un allarme lanciato da Ama. È iniziata la pulizia delle zone sensibili (ospedali, scuole, ristoranti, mercati), cioè quelle che secondo l’ordinanza devono essere bonificate in 48 ore, fa sapere l’azienda, e coi sindacati si è trovato l’accordo per mettere in campo tutto il personale disponibile.
Però c’è un problema con gli impianti dove conferire la spazzatura: «Nessuno ci ha risposto, tranne la Rida», scrive la presidente di Ama Luisa Melara, riferendosi all’azienda di Aprilia che già da ieri aveva fatto sapere di non poter aiutare la Capitale.
Da cui la replica dalla Regione Lazio: tutti gli impianti precettati sono operativi, e anche la Rida lo sarà da lunedì; è Ama semmai che a fronte della disponibilità di impianti come quello di Viterbo o la ciociara Saf ha conferito meno di quanto avrebbe potuto. «Seguo con preoccupazione gli sviluppi relativi alla crisi dei rifiuti a Roma – ha affermato il presidente pentastellato della commissione Ecomafie Stefano Vignaroli – L’ordinanza appare infatti non priva di elementi che ne ostacolano l’efficacia e la piena attuazione».
Ma è evidente che il caos rifiuti nella più importante amministrazione a guida pentastellata d’Italia sta scuotendo dall’interno il M5s, che peraltro esprime il ministro Costa. Oggi s’è fatto sentire anche Alessandro Di Battista: troppo silenzio, accusa, dai vertici del M5s – scrive su Facebook – perché «piaccia o non piaccia questa donna con tutti quanti contro sta affrontando criminali veri. Dovere del Movimento è sostenere il sindaco di Roma e far capire a tutti chi è che vuole il male della Capitale per sporchi giochi politici».
Intanto, di fronte ai cumuli di spazzatura, c’è chi sceglie in città di farsi giustizia da solo: la notte scorsa due cassonetti sono stati bruciati in via di Donna Olimpia, e altri otto in diversi quartieri, mentre in zona Pisana un negoziante di 70 anni è stato sorpreso mentre dava fuoco a un mucchio di “monnezza”: da troppi giorni non la ritirano, si è lamentato esasperato con i carabinieri che lo denunciavano.