Elezioni, guerra di cifre sugli ultimi sondaggi elettorali
Nell’ultimo giorno utile per pubblicare i sondaggi elettorali è guerra di numeri nella corsa alla Regione Lazio. Apre le danze il comitato del governatore Nicola Zingaretti – a caccia della riconferma con una coalizione di centrosinistra – che cita la rilevazione di Index Research diffusa ieri sera da Piazza Pulita: Zingaretti è dato al 37%, 10 punti sopra il candidato del centrodestra Stefano Parisi (27%) e a +11,5 rispetto alla pentastellata Roberta Lombardi (25,5%); molto più indietro il civico Sergio Pirozzi, al 7,5%.
«A due settimane dal voto – scrive dunque il Comitato – tutti i sondaggi concordano nell’indicare in Zingaretti il candidato che attrae più consensi tra i cittadini del Lazio, a conferma della credibilità conquistata in 5 anni di lavoro, ma anche di una campagna elettorale che sta coinvolgendo tantissime persone». Ma il centrodestra sente in questi giorni un vento positivo, e dà una lettura completamente diversa: «Zingaretti – afferma Donato Robilotta, ex assessore regionale e uomo di riferimento di Epi per il Lazio – ha problemi con la matematica: i sondaggi che ha in mano danno la sua coalizione al 27%, quindi arriverà al massimo tra il 28 e il 30. Il centrodestra cresce e al momento è al 31%». In proiezione, conclude Robilotta, «Parisi toccherà quota 33% e vincerà le elezioni».
Da parte sua Roberta Lombardi (in agenda un fitto tour nel weekend tra Latina e Frosinone) guarda già alla prossima settimana, quando parteciperà agli ‘Stati generali della sanità’ del M5s: «Il problema è sempre lo stesso – scrive su Facebook – l’incapacità di una classe politica avida e collusa che invece di difenderci blocca il Paese e opera tagli indiscriminati sui servizi sanitari».
Ma è anche un giorno di polemiche da parte di chi nei sondaggi non fa parte del terzetto di testa: «Il Tg3 regionale – afferma Pirozzi – ha fatto vedere tutti i candidati con il loro programma, ma il mio è stato oscurato». Il sindaco di Amatrice si rivolgerà all’Agcom ed è pronto anche a manifestare ai piedi della Rai. Snobbato – ma in questo caso, sostiene, da un sindacato medico che a un confronto avrebbe invitato solo i suoi rivali “maggiori” – si è sentito anche il candidato di Civica Popolare Jean-Leonard Touadì. Ieri l’ex assessore veltroniano nato in Congo è stato oggetto però di una discriminazione ben più grave – apertamente razzista – sui social. Lui cita oggi Martin Luther King: «Non ho paura delle parole dei violenti, temo il silenzio degli innocenti: insulti e offese non mi fermeranno». A Touadì è arrivata una telefonata di solidarietà dal presidente del Pd Matteo Orfini, oltre che la vicinanza di Pierferdinando Casini. Oggi, infine, anche i candidati meno citati dai sondaggi hanno avuto la possibilità di presentarsi al grande pubblico tv.
Oltre a Parisi e Touadì, al secondo round della tribuna elettorale della Tgr Rai hanno partecipato Giovanni Paolo Azzaro, candidato della Democrazia cristiana, che ha presentato il suo programma incentrato sulla tutela dei soggetti fragili (anziani abbandonati, bambini, malati, disabili) e Stefano Rosati di ‘Riconquistare l’Italià, che punta invece a un ritorno alla purezza del dettato costituzionale e ha illustrato la sua ricetta ultra-statalista.