Regione Lazio, partiti in cerca dell’accordo sul candidato. Ecco tutti i nomi
La risposta, ormai da giorni, è sempre la stessa: «Tra stasera e domani dovremmo chiudere». Lo dicono da Forza Italia, lo dicono da FdI. Ma il nome del candidato alla presidenza della Regione Lazio del centrodestra dei partiti ancora non esce e si vedrà se sarà fumata bianca dal vertice serale tra i big del centrodestra.
Intanto Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice reduce ieri da un bagno di folla alla presentazione dei suoi candidati, non dà segnali di disponibilità a ritirarsi dalla corsa.
«Secondo me Sergio Pirozzi può vincere contro Pd e contro M5s. Si è messo a disposizione. Poi il centrodestra discuterà e deciderà assieme», è convinto il leader della Lega Matteo Salvini. Oggi però, in particolare, sembrano risalire le quotazioni di Fabio Rampelli. Un nome forte: capocorrente di Roma e del Lazio, due volte consigliere regionale, è oggi capogruppo alla Camera ed è uno degli uomini di fiducia di Giorgia Meloni.
«Spero che il candidato ci sia nelle prossime ore – ha detto la leader del partito – Abbiamo privilegiato l’unità della coalizione invece di quella dei partiti. Alla fine con serenità dovremo decidere chi saprà tenere tutto insieme. Se la scelta non cadrà su Sergio Pirozzi, visto che lui stesso si dice un uomo di centrodestra, mi auguro possa aiutarci».
Un segnale verso Amatrice che però scontenterebbe i forzisti, che temono oggi di ‘sparirè tra il deputato FdI e il sindaco: resta in piedi, dunque, il nome di Maurizio Gasparri sul quale si condurrebbe «un braccio di ferro». Del resto, dagli accordi, la candidatura nel Lazio sarebbe spettata agli azzurri dopo le fiches messe dalla Lega e dagli stessi FdI rispettivamente in Lombardia e Sicilia. Senza Pirozzi, fa i conti però il leader del Mn Francesco Storace, il centrodestra rischia di buttare via almeno trenta parlamentari.
Sul fronte delle alleanze c’è movimento anche nel centrosinistra: «In Lazio e in Lombardia – ha detto oggi Emma Bonino – ci presenteremo con i nostri candidati». In Lombardia, preciserà più tardi una nota, “Europa” sosterrà Giorgio Gori, mentre «nel Lazio è aperto un dialogo con Nicola Zingaretti». La decisione nei prossimi giorni.
Rottura invece tra il governatore uscente e la Civica Popolare di Beatrice Lorenzin: «È un fatto molto grave» ha detto la ministra (che non ha escluso di potersi candidare governatrice in prima persona) che il presidente in corsa per la riconferma abbia «subito il veto» da parte di Liberi e Uguali a una alleanza con lei. La formazione guidata da Pietro Grasso oggi è anche entrata in polemica con Forza Italia per la sua contrarietà all’autostrada Roma-Latina.
Intanto Roberta Lombardi, candidata del M5s, si è fatta vedere in Consiglio regionale per presentare con i consiglieri uscenti (praticamente tutti ricandidati) un fondo da 750 mila euro per il microcredito, finanziato accantonando gli stipendi dei sette pentastellati: «Pensate quanti soldi sarebbero stati restituiti ai cittadini se anche gli altri consiglieri avessero contribuito». Doveva esserci anche Di Maio, poi assente: «Avremo un calendario condiviso nelle prossime settimane» ha spiegato la deputata, poi attaccata dal Pd: «L’ha mollata». «Lombardi? È la nostra lady di ferro – replica in serata il capo politico del M5s – Nei prossimi giorni sarò al suo fianco per vincere nel Lazio».
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