Allarme a Ninfa, acqua scesa di un metro e mezzo. Si mobilitano Provincia e Regione

21/11/2017 di
Giardino di Ninfa

Giardino di NinfaLa presidente della Provincia di Latina Eleonora Della Penna ha chiesto formalmente alla Regione Lazio e all’Autorità di Bacino del Fiume Tevere la convocazione immediata di un incontro «sul grave stato di siccità che sta interessando l’area del Giardino di Ninfa e della tenuta di Pantanello». «A seguito della nota inviata dalla Fondazione Caetani la presidente Della Penna si è attivata, anche nella veste di sindaco di Cisterna, proprio per chiedere che – prosegue la nota – l’argomento relativo alla grave siccità che sta mettendo a rischio il Giardino di Ninfa venga portato, così come per le altre emergenze che interessano il territorio pontino e il resto del Lazio, sui tavoli regionali e nazionali con l’obiettivo di chiedere interventi concreti anche sul piano dello stanziamento delle risorse necessarie ad affrontare l’emergenza».

L’ALLARME DELLA FONDAZIONE CAETANI. A richiamare l’attenzione sulle conseguenze di una stagione estremamente siccitosa e a sollecitare quindi un tavolo tecnico-politico che affronti con estrema urgenza questo problema è il presidente della Fondazione Caetani, Pier Giacomo Sottoriva, in una lettera inviata al ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti e al Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti.

«Ci troviamo ad affrontare una crisi che mai, né nei 45 anni di storia della Fondazione né nei precedenti 60 anni di gestione di Ninfa da parte della Famiglia Caetani, si era presentata così drammaticamente. Il Lago di Ninfa ha subito ad oggi un abbassamento del livello medio ordinario di circa un metro e mezzo. Nello stesso tempo il fiume non può più essere definito tale, venendo a mancare lo scorrere dell’acqua. La flora subacquea è fortemente regredita ed anche la fauna, in particolare la Trota macrostigma, è fortemente minacciata di scomparire». E a causa dell’abbassamento del livello di saturazione del terreno, dice ancora, « il Giardino è in fortissima sofferenza» mentre le aree umide di Pantanello sono al momento «scomparse, lasciando spazio a radure asciutte e oramai prive della ricca ornitofauna che vi si era insediata». «A questo punto non è più rinviabile una riflessione. È giunto il momento di capire se è possibile introdurre nuovi modelli o passivamente affidarsi al destino, in considerazione di ciò che i cambiamenti climatici minacciano di ripetere nel breve futuro. È per questo motivo che, anche come proprietari del Lago, oltre che come gestori del Monumento Naturale Regionale all’interno del quale è situato il Lago, chiediamo con urgenza di un tavolo tecnico che assuma decisioni responsabili.