TAR, DOSSIER CONTRO BIANCHI: CHI L’HA SCRITTO?

20/10/2007 di
di GIOVANNI DEL GIACCIO *


 Autentico o falso il dossier pieno di accuse nei confronti del presidente del Tar di Latina, Franco Bianchi, un effetto l’ha già avuto. E’ di circa un mese fa, quindi molto prima che la vicenda cominciasse a circolare e che il documento fosse materialmente in mano a qualcuno. Prima di essere note a Latina, infatti, quelle venti pagine più numerosi allegati sono realmente finite sui tavoli del Consiglio di Stato, al quale erano destinate. Chiaro che da lì Bianchi sia stato avvisato della vicenda e – se pure in assenza di qualsiasi provvedimento formale, stando a quanto emerge – invitato a soprassedere su determinate questioni. In via precauzionale, in attesa di capire meglio.

 
Si spiegherebbe così quel suo “Chiedete a Cusani” dopo l’astensione da alcune cause nei giorni scorsi, rivolto a chi chiedeva spiegazioni. Questioni che in qualche modo vedevano coinvolta l’Amministrazione provinciale. Vale a dire l’ente sulla carta intestata del quale sono contenuti passaggi pesantissimi sulla gestione che Bianchi farebbe del suo ufficio giudiziario a Latina. Documento del quale, però, il presidente della Provincia, Armando Cusani, nega l’esistenza: «Non l’ho mai scritto, né firmato».
 
E ipotizza una sorta di complotto, della serie: tutto ciò che non va viene addossato alla Provincia. Poco importa della carta intestata e della sua firma, quello per Cusani è un falso. Solo che a Bianchi qualche problema l’ha già creato, appunto con l’intervento dal Consiglio di Stato. Non è dato sapere se sia stato formalmente investito della vicenda il Consiglio superiore della magistratura, di certo formalmente il presidente del Tar di Latina ha chiesto, alla Provincia, copia dell’atto per agire eventualmente di conseguenza. Ha esercitato, come confermato da lui stesso, il “diritto di accesso”.
 
Ma se l’atto, come asserisce Cusani, non è mai stato prodotto dalla Provincia né è uscito dal palazzo di via Costa? Di sicuro da lì è uscita la carta intestata e di certo chi ha redatto quelle venti pagine conosce perfettamente le sentenze adottate da Bianchi e relative alla Provincia, al Comune di Pontinia, a quello di Sperlonga. Non solo, il “corvo” – perché se da via Costa non è partito nulla di questo dobbiamo parlare – sa anche di diritto, interpreta, allega decisioni del Consiglio di Stato che hanno “riformato” quelle del Tar pontino, parla di consulenze affidate da Bianchi nonché frequenti uscite sui giornali ritenute inopportune, critica da un punto di vista giuridico certe scelte.
 
Perché? E’ quello che ci si deve chiedere ora, di fronte a un documento misterioso ma non troppo che mina rapporti istituzionali e almeno apparentemente non trova giustificazione se non quella di chissà quale “guerra” di provincia. Intanto è caccia al “corvo”, il quale magari un primo obiettivo l’ha già centrato: far astenere Bianchi da certe decisioni. O c’è dell’altro? (* Il Messaggero, 20-10-2007)