Roma-Latina? Meglio adeguare la Pontina. La proposta dell’Ance

02/07/2014 di
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 pontina-65654«Come sistema dei costruttori noi siamo ovviamente favorevoli al che si faccia una struttura così importante come la Roma-Latina che leghi il nord e il sud della costa tirrenica. Ma nella situazione in cui siamo, con i soldi già messi, con le incertezze sul tracciato e sui collegamenti, l’autostrada non si farà mai, soprattutto nei tempi che sono stati dichiarati, ovvero: inizio lavori ad aprile 2015 e fine a dicembre 2021». Lo ha detto Stefano Petrucci, presidente di Ance Lazio, nel corso della conferenza stampa di questa mattina presso la Residenza Ripetta in cui si è discusso sull’importanza di valutare bene l’utilità di investire in una nuova opera invece di mettere in sicurezza l’attuale superstrada.

Petrucci ha aggiunto: «Quando ci sono possibili contenziosi, flussi di traffico non sicuri e concessioni lunghissime, i tempi e i contributi pubblici si dilatano incredibilmente. Se non ci sono abbastanza risorse per fare veramente e rapidamente la Roma-Latina– propone il presidente- Usiamo quei 468 milioni già stanziati per sistemare veramente e rapidamente il tracciato di collegamento che già esiste, trasformando la Pontina in una superstrada veloce». Per il presidente dell’Ance Lazio: «I soldi basterebbero e se si prendesse questa decisione politica non ci vorrebbe molto per far cambiare la delibera al Cipe. Oggi- ha detto Petrucci- Abbiamo un presidente del Consiglio che non ha timore di cambiare per il bene del Paese, e per modificare una delibera Cipe con i tempi di Renzi ci vorrebbe una settimana».

Da qui l’appello:«Zingaretti e Renzi, vedetevi velocemente, e intendo entro una settimana, e cambiate questa delibera. Noi vogliamo che si aprano i cantieri e che lavorino gli operai, non gli avvocati: riconvertendo le risorse in sei mesi si avrebbero i progetti di messa in sicurezza e a primavera 2015 l’approvazione del progetto esecutivo. Poi, dividendo il tracciato in 10 lotti da circa 50 milioni di euro l’uno, a dicembre 2015, ovvero in sei mesi, si riuscirebbe a espletare le gare e ad affidare i lavori, con la consegna per dicembre 2017». In questo modo, ha concluso Petrucci: «Senza dover ricorrere agli esempi Expo e Mose, si risolverebbero moltissimi problemi, dalla protesta degli ambientalisti fino alla questione dei pedaggi». 

LE REAZIONI. «La proposta dell’Ance merita un approfondimento e un’attenta riflessione». Lo dichiara in una nota il consigliere regionale e componente della commissione lavori pubblici e mobilità, Pietro Sbardella. «Sono più di dieci anni che si parla dell’autostrada Roma- Latina e, allo stato delle cose, se tutto va bene, è probabile che ce ne vogliano altrettanti prima che si possa realizzare. A questo punto trovo interessante e degna della massima considerazione la proposta avanzata dall’Ance di dirottare le risorse già stanziate per migliorare il tracciato già esistente, ammodernandolo e rendendo così maggiormente sicura un’arteria stradale tra le più pericolose d’Italia. Continuare a puntare alla realizzazione di un’autostrada – conclude Sbardella – è come ammettere che per almeno i prossimi dieci anni su quella direttrice saremmo costretti a subire buche e a vedere incidenti».

LEGAMBIENTE. «Legambiente, dopo decenni di lotte contro la Roma-Latina, un’autostrada da sempre considerata inutile e dannosa, trova un inaspettato alleato; è infatti di oggi la posizione di Ance e Acer che non considerano più fondamentale la costruzione di tale opera sposando l’idea della riqualificazione e messa in sicurezza dell’asse viario della Pontina». Così una nota di Legambiente Lazio. «Legambiente chiede da anni ormai che venga abbandonato il progetto della Roma-Latina – dichiara Roberto Scacchi direttore di Legambiente Lazio – va piuttosto messa in sicurezza la Pontina attraverso l’uso del tracciato esistente, e va aumentata la qualità delle linee di trasporto pubblico, potenziando quelle esistenti, utilizzate da migliaia di pendolari che ogni giorno si recano nella capitale dal quadrante sud del Lazio. Costruire questa nuova autostrada – prosegue – significherebbe sfregiare indissolubilmente centinaia di ettari nella Riserva Regionale di Decima-Malafede e della Riserva Statale del Litorale Romano, nonché devastare con rampe di accesso autostradale il quartiere di Tor dè Cenci. Nella nostra regione non c’è bisogno di grandi opere autostradali, ma di progetti condivisi con i territori, garanzia, questa, per il rispetto dei requisiti di difesa del paesaggio e della trasparenza gestionale. Sono stati 368 i milioni destinati dal Cipe alla realizzazione di questa autostrada – conclude scacchi – fondi che sia per i costruttori che per gli ambientalisti possono essere evidentemente spesi meglio».

POZZI: ADEGUAMENTO INUTILE. «La delibera della Regione Lazio pone la Roma-Latina al primo posto tra gli interventi prioritari quale asse strategico per il Lazio. Ammodernare la strada attuale non risolverebbe in maniera definitiva le criticità che esistono da anni e soprattutto per farlo non basterebbero i 468 milioni di euro pubblici stanziati e comunque non utilizzabili per altri scopi se non quello autostradale». Lo dichiara Vincenzo Pozzi, Commissario Governativo Straordinario. «Una delle differenze abissali fra quanto già approvato dal Cipe e quello proposto dall’Acer – prosegue Pozzi – è che la nostra opera permetterà il collegamento tra il Corridoio Tirrenico Settentrionale e quello Meridionale. Il tratto che verrà costruito ex novo tra l’attuale A12 e Tor de Cenci permetterà di ridurre drasticamente il traffico sul GRA e in più grazie ad una serie di svincoli tra la nuova autostrada e l’Ostiense, la Cristoforo Colombo e la Roma Fiumicino permetterà di fluidificare il traffico in entrata a Roma, oggi penalizzata dal fatto che l’unica via dall’accesso è l’attuale Pontina. La nuova opera garantirà una soluzione radicale». «Va ribadito inoltre – ha proseguito Pozzi – che ammodernare e mettere in sicurezza una strada esistente con tutte le sue criticità come incroci a raso, curve ad altissimo rischio, una piattaforma stradale ormai inadeguata comporterebbe occupazioni del territorio e costi di gran lunga superi ai 468 milioni di euro pubblici stanziati. Fondi pubblici comunque non utilizzabili per altri scopi se non quello autostradale. Solo con un intervento importante del privato è possibile realizzare l’opera completa in tutte le sue caratteristiche e con tutti i vantaggi che ne derivano a partire dal risparmio di vite umane, dell’abbattimento dei tempi di percorrenza, della riduzione e certezza dei costi e tempi di realizzazione».

FAZZONE. «Sono sconcertato nell’apprendere delle dichiarazioni, e della posizione, assunta dai componenti dell’Ance Lazio e di Latina in merito alla realizzazione della Roma-Latina. Sono interdetto dalla tempistica di questa opposizione alla messa in opera del progetto che arriva proprio nel momento in cui, dopo oltre dieci anni di ostacoli burocratici, tecnici e politici, siamo finalmente arrivati alla conclusione dell’iter». Lo dichiara in una nota il coordinatore regionale di Forza Italia, senatore Claudio Fazzone. «Il 10 aprile 2014 è stata inviata la lettera d’invito ai concorrenti pre qualificati – spiega – Il 16 settembre 2014 si apriranno le buste e si procederà all’aggiudicazione della gara d’appalto. All’inizio del 2015 si apriranno i cantieri. Le tappe del cronoprogramma che porteranno alla apertura dell’autostrada sono per la prima volta definiti con precisione. Il progetto si inquadra nel processo di infrastrutturazione della Regione Lazio e in particolar modo della provincia di Latina che da sempre soffre di un isolamento che non ha consentito alle aziende che operano sul territorio di adeguarsi a standard di competitività nazionali proprio a causa dell’impossibilità di essere collegata agli assi viari come l’autostrada del Sole». Per Fazzone «fermare il progetto significherebbe fermare lo sviluppo proprio oggi che c’è la massima convergenza sulla efficacia e vitalità di un’opera che rivoluzionerà la vita dei cittadini e delle imprese di costruzioni, di fornitura di materiali e di servizi. Fermare il progetto produrrebbe la perdita di quel miliardo di euro circa messo a disposizione dal Governo, ci lascerebbe con una strada come la Pontina inadeguata e obsoleta, cancellerebbe ogni possibilità di sviluppo per le nostre imprese condannandole ad una agonia perenne. Oggi più che mai dobbiamo essere compatti e sostenere la Roma-Latina. I timori espressi dal presidente Petrucci possono essere legittimi ma non sono fondati. La Roma-Latina non deve restare un’opera incompiuta. Per queste ragioni mi auguro vivamente di poter incontrare al più presto i rappresentanti dell’Ance del Lazio e di Latina per aprire un confronto con loro, comprendere e risolvere insieme i dubbi in merito a questa opera. Dobbiamo restare uniti o rischiamo concretamente di gettare all’aria risorse che non torneranno mai più».

  1. Certo, meglio il poco piuttosto che il niente; per questo concordo con l’Ance Lazio

    Per il resto, debbo dire: viva i verdi e lagal’ambiente. Per loro potremmo tornare nel medioevo, basta che non si tocchino le loro comodità.

  2. Si si come no, l ance ha capito che per loro ci sara’ poco o nulla dell appalto, quindi meglio rifare il solito asfalto e lasciare incolonnati per ore gli automonilisti.
    Ma quando la finiremo con questo provincialismo miope!

  3. la Roma-Latina serve solo a farti arrivare prima alla Grande Fila per entrare nel GRA.
    Spendessero di più per i mezzi pubblici, più corse, più copertura.
    Costerebbe di meno e la Pontina ridiventerebbe vivibile.
    Ma poi non ci sarebbero soldi da distrarre…………..