Immigrazione clandestina, otto arresti a Latina

La Digos ha eseguito otto arresti per immigrazione clandestina. Le ordinanze sono state eseguite della Questura di Latina, coadiuvata dagli agenti dei Commissariati di Fondi e Terracina, della Polizia Postale e del Reparto Prevenzione Crimine Lazio.
Il provvedimento è del Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di altrettanti soggetti italiani e stranieri (pakistani, indiani e bengalesi) responsabili a vario titolo dei reati di favoreggiamento di immigrazione clandestina, falsità in scrittura privata, falso in atto pubblico.
Agli arresti sono finiti italiani e stranieri di origine pakistana, indiana e bengalese, responsabili a vario titolo di reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, falsità in scrittura privata e falso in atto pubblico. L’operazione rientra nell’attività di contrasto che la Questura di Latina persegue nei confronti delle organizzazioni criminali che favoriscono l’immigrazione irregolare per sfruttare la manodopera in nero nella filiera agricola della provincia pontina, in condizioni di grave abuso e degrado.
A denunciare il giro alcuni imprenditori locali, contattati dall’organizzazione affinché in cambio di una somma tra i 500 e i 2.000 euro si prestassero a chiedere manodopera straniera.
LE TARIFFE. Due milioni di euro è il giro d’affari stimato per la banda. Gli stranieri versavano tra i 6.000 e gli 8.000 euro per ottenere il visto.
LE REAZIONI. «Un’altra azione di grande valore per il contrasto all’illegalità in provincia di Latina». Lo afferma Simone Andreotti presidente di In Migrazione, commentando l’operazione di questa mattina che ha visto l’arresto di otto persone tra italiani, indiani e bengalesi da parte della Questura di Latina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. «L’azione delle forze dell’ordine e della magistratura è sempre più incisiva su queste tematiche che vedono schiacciati migliaia di lavoratori, prevalentemente della comunità Sikh – continua Andreotti – con importantissimi risultati concreti di controllo del territorio e di repressione degli illeciti». «A questo punto – conclude il presidente di In Migrazione – ci aspettiamo un passo concreto da parte della politica per spezzare il pesante isolamento sociale e culturale in cui è confinata la comunità di indiani provenienti dal Punjab che vive nel territorio pontino, attraverso l’erogazione di servizi mirati di mediazione culturale, insegnamento dell’italiano L2 , orientamento e assistenza legale». L’azione della Dda di Roma conferma, secondo il presidente, come le Istituzioni stiano dando sempre maggiore attenzione alle condizioni di sfruttamento dei braccianti già denunciate dai dossier di In Migrazione «Doparsi per lavorare come schiavi» e «Lavoro e vita dei Sikh nell’Agro Pontino».