Morti alla Goodyear, la multinazionale tenta inutilmente di uscire dal processo

27/06/2014 di
goodyear-manifestazione-roma-58979235Si è tenuta ieri pomeriggio innanzi il Tribunale Penale di Latina l’ attesa udienza del processo “Goodyear bis” con 11 imputati tra alti dirigenti e direttori dello stabilimento di Cisterna di Latina.
Il processo – che  procede parallelamente agli altri pendenti in Corte di Appello ed in Cassazione – riguarda 29 decessi di operai per tumore avvenuti tra il 2002 e il 2008. Sono circa 100 le parti civili, familiari delle vittime. Il legale della Goodyear, l’avvocato Francesco Dottore, ha sollevato una serie di eccezioni,  chiedendo tra l’ altro l’esclusione della società dal processo. Ove accolta l’ eccezione avrebbe liberato la stessa dalla responsabilità civile derivante da una eventuale sentenza di condanna.
All’ eccezione ha replicato il pm Gregorio Capasso, che ha sostenuto la piena validità della chiamata in causa della multinazionale quale responsabile civile. I legali delle parti civile – Luigi Di Mambro, Cristina Michetelli, Mario Battisti ed Ezio Bonanni – hanno replicato lungamente sostenendo la piena ritualità formale della chiamata in giudizio della Goodyear.
Il Giudice Simona Santaroni  ha respinto le eccezioni dei legali Goodyear, ed accolto le tesi della Procura e dei legali di parte civile. Il processo – rinviato al 25 settembre prossimo-   prosegue pertanto subito dopo la pausa estiva. In tale udienza verranno ascoltati i primi 15 testimoni della Procura, e si prevede un calendario serrato di udienze straordinarie. Nel frattempo continuano anche i ricorsi in sede civile per il risarcimento dei danni.
L’ udienza di Cassazione è fissata per il 4 dicembre 2014 presso la IV Sezione Penale.
Sarebbe stato inoltre aperto anche il fascicolo “Goodyear quater” per altre morti sopravvenute negli ultimi anni, per le quali la Procura della Repubblica di Latina sospetta un nesso con l’ attività produttiva di Cisterna di Latina e le numerose gravi omissioni riscontrate ed ampiamente riconosciute  dalla Magistratura penale e civile in primo e secondo grado.