Presidenti dei Tar: la chiusura porterebbe il caos

19/06/2014 di
francesco-corsaro-tar-latina-687464259

tar-latina-478683733«Nessun risparmio, anzi sarà il caos». È l’allarme dei presidenti dei Tar, che hanno riunito il loro organo di autogoverno, il Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, in via straordinaria sul ventilato taglio delle sezioni distaccate: 8 in tutto, Catania, Lecce, Salerno, Brescia, Latina, Pescara, Reggio Calabria e Parma, entro il primo ottobre.

I NODI DA SCIOGLIERE. «Non siamo in grado di accogliere il personale, e non ci sono le condizioni per la mobilità», dicono i magistrati, che hanno sollecitato il presidente del Consiglio di Stato, Giorgio Giovannini, a prendere una posizione forte nei confronti del provvedimento. Alcuni presidenti hanno anche scritto al Capo dello Stato, chiedendogli «come primo magistrato d’Italia» di analizzare la questione. «Non sono un nemico dei Tar», risponde a distanza il ministro della Giustizia Andrea Orlando, «ma – aggiunge – il frazionamento dei controlli è una delle cause di inadeguatezza del nostro sistema nel contrasto alla corruzione. Ci sono paesi che non conoscono la giustizia amministrativa e non hanno un tasso di corruzione più alto del nostro».

Ed è proprio quello della cancellazione lo spettro che aleggiava al Consiglio di questo pomeriggio. Qualcuno lo ha anche detto esplicitamente. «A ricordare una ‘slidè del presidente del Consiglio con il superamento della giustizia amministrativa mi tremano i polsi», ha affermato, aggiungendo pepe alla discussione, il presidente del Tar Sicilia Filoreto D’Agosto che teme quindi che quello sulle sezioni distaccate sia solo il primo passo.

LAZIO. «Non c’è paragone con il taglio delle sedi della giustizia ordinaria, per la quale c’è stata una interlocuzione e due anni per adeguarsi», ha lamentato Linda Sandulli, presidente di sezione del Tar del Lazio. E quella «interlocuzione, per manifestare le nostre perplessità», è la richiesta espressa dal Consiglio a governo e parlamento, che ha proposto – nella delibera finale – una collaborazione per arrivare ad una riorganizzazione della giustizia amministrativa «nel segno della ragionevolezza, senza arrecare un vulnus all’operatività dei Tribunali».

Intanto, in attesa di essere soppressi, gli uffici (tre dei quali hanno sede in palazzi in affitto, mentre gli altri sono in palazzi demaniali) vanno avanti in una cronica carenza di organico a fronte di un consistente arretrato: a Salerno ci sono 11 magistrati su 14 previsti, 17 a Catania su 25 con quasi 55mila fascicoli pendenti, 15 a Lecce su 16.

In questi ultimi due casi la mole di ricorsi è maggiore che nelle sedi principali. I ricorsi depositati infatti, è stato elencato alla riunione di oggi, sono 3.334 a Catania, contro i 3.237, a Lecce sono 2.296 contro i 1.728 di Bari. «Il problema è che in questo caso unendo le forze si pregiudica il risultato»: grande non è bello, per il presidente del Tar Sicilia D’Agostino, che prevede un ulteriore ingolfamento sommando gli arretrati di Palermo e Catania. Secondo Cesare Mastrocola, presidente del Tar della Campania, non ci sono le condizioni per la mobilità del personale, «nessuna sede distaccata dista 50 chilometri dalla sede principale». Angelo De Zotti, Tar Brescia, profila «il caos». Una follia – ha detto De Zotti – anche sotto il profilo delle spese da affrontare: «A Brescia abbiamo acquistato l’immobile nel 2010 per 11 milioni di euro, ed effettivamente siamo sovradimensionati. Ma a Milano dovremmo andare a fare udienza in cortile».