SAPIENZA, PARENTOPOLI E SPRECHI: AL SENATO LE ACCUSE AL VICE RETTORE

09/10/2007 di
Longhi, ex manager all´Umberto I, parla dell´impero di Luigi Frati alla commissione d´inchiesta sullo sfascio della sanità, dove il «sistema di potere» del vice rettore, da un quindicennio incontrastato preside di Medicina, viene messo sotto accusa. E ieri la Finanza è tornata nell´ateneo per sequestrare i bilanci dal 2002 al 2006 nell’ambito dell´inchiesta del procuratore aggiunto Maria Cordova e del pm Angelantonio Racanelli
 
di Marino Bisso e Carlo Picozza *

 
Il «sistema di potere» del vice rettore della Sapienza, Luigi Frati, da un quindicennio incontrastato preside di Medicina, viene messo sotto accusa negli atti della commissione speciale che in Parlamento indaga sullo sfascio della sanità. A muovere le accuse è l´ex direttore dell´Umberto I, Tommaso Longhi. Quali accuse? Dalle responsabilità per il deficit dell´Umberto I alla "parentopoli", dall´elargizione di cattedre e primariati all´organizzazione del consenso, anche attraverso favori e nepotismi, dalle equiparazioni illegittime del personale universitario a quello ospedaliero in vicinanza delle elezioni del rettore, all´inquadramento di Frati come primario oncologo.

E proprio la gestione fallimentare della sanità universitaria è al centro dell´inchiesta del procuratore aggiunto Maria Cordova e del pm Angelantonio Racanelli che hanno già sequestrato i bilanci del Policlinico dell´ultimo quinquennio (dal 2002 al 2006). L´ipotesi è che i soldi destinati all´Umberto I siano finiti anche negli appalti della Sapienza. Ieri la finanza è tornata nell´ateneo, dopo la visita di otto ore, alla fine della settimana scorsa, negli uffici Affari generali, Patrimonio e Personale.

«Si vuole fare in modo», spiega Longhi, «che l´acqua scorra per l´orto, ossia che i finanziamenti si dividano in mille rivoli: ognuno deve avere il suo studio, il suo istituto e deve poter privilegiare la ditta cui fa riferimento. La politica universitaria e i portatori di voti condizionano tutti gli aspetti economico-aziendali del Policlinico». E ancora: «Nell´ospedale universitario ci sono 60 sale operatorie ma la media degli interventi è di 1 al giorno».

Le cattedre. «Tutto il sistema universitario del Policlincio è un sistema di cattedre», spiega Longhi. «E il preside Frati si è vantato per iscritto, nell´ultima sua elezione, di avere messo in cattedra 200 docenti all´Umberto I. Questo è veramente singolare per un preside che gestisce una facoltà regolamentata dalle leggi dello Stato, che prevedono concorsi pubblici per l´assegnazione di cattedre. Ho qualche documento su come sono state assegnate cattedre anche ai familiari di Frati».

Lo stipendio da primario oncologo. Chiede Tommaso Longhi: «Che c´entra il preside di Medicina, patologo generale del "triennio biologico" (che non svolge attività clinica; ndrr), con gli oncologi medici? Eppure Frati si fa strutturare come se lo fosse, ma tutti a Roma, perfino i pazienti, sanno che non lo è». Così, «il preside Frati da 15 anni percepisce lo stipendio da primario oncologo. Ho sequestrato copia di mille cartelle cliniche consecutive che credo siano ancora conservate all´ufficio Personale del Policlinico: non una è firmata da lui».
I primari di laboratorio. «Com´è stato possibile alla facoltà di Medicina», chiede ancora Longhi, «far svolgere funzioni da primario a 40 docenti di laboratorio quando tutti sanno che in altri policlinici universitari, come il Gemelli per esempio, di queste figure ne bastano due o tre?».

Il bilancio. «Il sistema che è stato organizzato poggia essenzialmente sul trasferimento di una serie di costi, propri o impropri, della didattica e della ricerca universitarie, sul bilancio del Policlinico, che risulta così viziato da illegittimità evidenti». «Il bilancio – continua Longhi – è stato devastato dall´applicazione scorretta dell´articolo 31 del DpR 761/´79, che prevede l´equiparazione economica degli universitari agli ospedalieri».


Assunzioni in esubero, con costi aggiuntivi. «Nel mio Piano di ristrutturazione», ricorda Longhi, «avevo individuato un esubero di 700 dipendenti che percepivano stipendi per mansioni di assistenza, con un maggiore costo per il Policlinico di 26 milioni di euro. Tra quei dipendenti, 420, da impiegati sono diventati dirigenti amministrativi: una promozione dell´università i cui costi, però, si scaricano sul Policlinico. Per esempio, nell´ufficio di Frati ci sono 7 segretarie scientifico-didattiche». (* La Repubblica, 09-10-2007)