Ragazze morte a Ventotene, le motivazioni delle condanne

Depositate le motivazioni della sentenza che il 24 febbraio scorso ha condannato l’ex sindaco Vito Biondo, quello in carica Giuseppe Assenso e due tecnici per la morte delle due adolescenti in gita scolastica a Ventotene.
Nelle oltre cento pagine del documento si legge che “l’inerzia nel tempo del Comune di Ventotene, in persona dei suoi Sindaci e del responsabile dell’Ufficio Tecnico, l’omesso esercizio del diritto/dovere di far sentire la propria voce nelle sedi istituzionali in cui si affrontavano i problemi di tutela del territorio e delle persone, l’aver mancato tutti gli appuntamenti importanti .. per tenere sotto controllo il rischio idrogeologico … costituisce negligenza grave e configura l’elemento soggettivo delle condotte omissive per cui si procede”.
Ignorata una frana del 2004 che avrebbe dovuto rappresentare un segnale d’allarme importante e che invece secondo i giudici fu trascurato. “Appare a chi scrive oltremodo grave che la consapevolezza del notevole rischio di dissesto, dimostrata dalla entità e dal costo economico dei lavori necessari alla sua eliminazione, non abbia indotto lo stesso Sindaco che aveva affidato lo studio ed avanzava richiesta di finanziamenti a comunicare la situazione all’Autorità, come era suo preciso dovere…”.
I TESTIMONI. “Forti perplessità suscita altresì la deposizione di S. M., ormeggiatore da vent’anni a Ventotene, altro teste animato non certo dal dovere morale e giuridico di dire la verità, quanto piuttosto dall’intento di convincere che l’isola ed in particolare Cala Rossano era un posto assolutamente sicuro, ove lui non aveva mai saputo di crolli o frane né di lavori di alcun genere”. Altro teste, l’allora comandante della capitaneria di porto di Ventotene: “Nella prima parte della deposizione, a dir poco indulgente verso qualunque eventuale responsabile e stupefacente nel contenuto, se si pensa che proviene dalla massima autorità marittima dell’isola, il teste ha cercato di minimizzare anche il tenore della nota a sua firma del 16 novembre 2009″.
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