La Plasmon chiede il dissequestro alla Procura

12/05/2014 di
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Plasmon chiede il dissequestro della sede sulla Pontina rivolgendosi alla Procura di Latina. La società ha presentato, questa mattina, una integrazione alla relazione tecnica già depositata insieme a richiesta di revoca del sequestro. Tale integrazione è volta a specificare alcuni importanti dettagli ed è in linea le indicazioni ricevute dalle autorità preposte.

“Abbiamo lavorato – spiega la società – in coordinamento con i Vigili del Fuoco e confidiamo che il risultato sia soddisfacente. Siamo consapevoli che è necessario del tempo per la valutazione del documento, pur confidando che tale valutazione avvenga nei tempi tecnici più rapidi possibili per consentire  la sollecita ripresa delle attività produttive. La produzione dello stabilimento di Latina riprenderà immediatamente al ricevimento della notifica di dissequestro”.

Il sequestro è stato disposto per una serie di carenze nelle misure antincendio. L’inchiesta fu avviata dopo la morte di Massimo Bigonzi, un operaio di 33 anni che morì folgorato mentre sostituiva un neon.

  1. Una delle poche (e grandi) realtà produttive del territorio, eccellenza nazionale, chiusa per adeguare gli impianti! Non per vendita o uso o… che ne so… di alimenti avariati (in questi casi scatterebbe la privacy e non si saprebbe mai chi è l’avvelenatore), oppure per inquinamento!
    Se qualcuno ha sbagliato, fategliela pagare e obbligate l’azienda a mettersi in regola con le normative correnti e correggere l’errore, MA NON interompete la produzione… cribbio!