Ristoratori contro le “finte sagre”. Di Cocco: servono regole

04/05/2014 di
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Basta con le “finte sagre”. Il presidente della Fipe Confcommercio di Latina, Italo DI Cocco, attacca: «Siamo all’esasperazione, ci sono cooperative di personaggi che vendono cibi e bevande a poco prezzo e i ristoratori ne pagano le conseguenze. C’è chi è pronto a chiudere i battenti per il periodo estivo e mettersi fare le stessa identica cosa. Un problema che rischia di diventare un boomerang per l’intera economia pontina».

Già in diverse occasioni sono state criticate delle feste paesane travestite da eventi tradizionali. «Noi volgiamo che siano stabilite delle regole per permettere il regolare svolgimento delle feste autorizzate, tutte le altre invece devono essere eliminate» dice Di Cocco. «I ristoratori sono sul piede di guerra e sono pronti a manifestazioni eclatanti – spiega Di Cocco – perché sono stufi di dover pagare le tasse, gli operatori, i fornitori e poi vedere svanito tutto il lavoro a causa di eventi non autorizzati».

  1. Parrucchino so trent’anni che stai seduto su quella
    Caxxo de poltrona…e che hai prodotto??? Un caxxo torna al tuo ristorante incompetente, c’hai la terza media te ne devi annà e lascià il posto a uno che ce capisce de agroalimentare!!!!

  2. Bravo Di cocco, lascia perde i soliti noti che polemizzano e non sanno neanche si che parlano….. concordo con te peccato che sei sempre l’unico che solleva e che ha sollevato un problema che da troppo tempo impegna i pubblici servizi. È costante l’inflazione delle sagre e delle feste paesane organizzate dai partiti, dalle associazioni, dalle società sportiva di ogni disciplina, dalle Pro Loco e dagli enti sociali e culturali. Facciamo presente alle istituzioni che in questo momento di crisi economica, le nostre attività sono a rischio chiusura o sono vicine a licenziare il personale assunto. Pesano molto le nuove tasse a cui si aggiungono i costi energetici e fiscali, oltre ai controlli Asl e dell’Ispettorato del lavoro, con gravose normative. Fai benissimo pertanto a chiedere un giusto equilibrio tra i diritti e i doveri e che siano rispettati da tutte le attività economiche, evitando un’illecita concorrenza.

  3. non vedo che c’è di male nella concorrenza che è la base del libero mercato. Se uno va in un ristorante ha un certo servizio e una certa qualità, se mangia il panino con la porchetta è un altro discorso anche economicamente. Non è che se decido di mangiare con tre euro sono indecisa tra un chiosco e il ristorante!!!!!

  4. I nemici dei ristoratori sono le tasse eccessive e i costi in generale.
    Fate la lotta contro di questi e lasciate stare le sagre e le altre feste perchè spesso sono gli unici motivi di aggregazione rimasti. Per non parlare delle occasioni culturali.

  5. Le sagre possono anche essere tarocche ma le persone, che scelgono un piatto di pasta in un piatto di plastica o un panino imbottito, all’aria aperta, in compagnia, ad un prezzo accessibile, al posto di una cena al ristorante a 50,00 euro a persona, senza ricevuta fiscale, sono contente e soddisfatte.
    E’ ora di mandare il cervello in pensione.

  6. Ennesimo falso problema di un uomo, che usa strumentalmente le istituzioni per i suoi bisogni. Le feste possono dar fastidio a qualche pizzeria, non sono quattro giorni di festa che disturbano e la prosopea di chi vuole dominare e stradominare senza regoile, e le regole le fanno i forti non i deboli. L’obiettivo è indebolire i comitati parrocchiali e festeggiamenti, per porli sotto la protezione del cappello della politica. L’ennesimo disperato tentativo della vecchia politica, che non sopporta il nuovo vento …… e sente la paura di perdere posti e privilegi. Pensi come associazione a tutelare i locali seri da quelli gestiti dalla criminalità mafiosa. Invece di prendersela con la gente che agisce in buonafede per stare insieme, come è la maggioranza dei comitati festeggiamenti (tolti Borgo Carso Bainiszza e Sabotino che fanno feste kilometriche).

  7. Errata corrige parrucchino di cocco c’ ha la V elementare

  8. Di cocco… ma non c’è anche un “noto” politico di latina assessore mulllltidelegato del comune di latina, anche lui sul suo sito si definisce noto ristoratore.
    Testualmente dal suo sito: “Politiche del turismo
    Principali competenze del servizio:
    •Interventi finalizzati a migliorare la ricettività turistica del territorio
    •Piano di Valorizzazione Area Integrata “Latina Tellus….dai Latini alle città di fondazione”
    •Piano di Valorizzazione tematica Via del Sacro- Via Francigena del Sud, direttrice Via Appia
    •Organizzazione di Manifestazioni Pubbliche
    •Partecipazione a Fiere e Workshop Nazionali ed Internazionali
    •Organizzazione di Eventi Turistico-Culturali
    •Spettacoli di musica live e cabaret, attività ludiche, di intrattenimento e di animazione
    •Percorsi Enogastronomici – Reading Letterari con degustazione dei prodotti tipici locali a marchio IGT, IPG e DOP
    •Mostre Tematiche e quant’altro di richiamo turistico sul territorio”

    Sono forse parenti…? Ma se così fosse ci sarebbe conflitto di interessi. Sarebbero opportune delle dimissioni immediate di questo noto di cocco politico.

  9. E’ vero il di cocco politico è anche assessore alla protezione civile e quando ci fu il problema terremoto nella nostra zona non mancava occasione per mettersi in mostra come esperto del problema e salvatore del territorio.
    Ho partecipato anche ad un incotro a Tor Tre Ponti dove intervenne lui e l’architetta guidi. Proposero un piano di emergenza che faceva ridere i polli: centro di prima raccolta nel cortile della chiesa, sotto la facciata (la prima cosa che crolla) e tendopoli nel campo sportivo sotto al campanile della chiesa (sempre la prima cosa che crolla). Gli feci presente il problema, ma mi censurarono subito: loro erano gli esperti.
    In realtà sembrava proprio non avessero fatto altro che prendre le foto di Google Earth dei vari borghi e retinare di rosso e verde le prime aree o piazzali liberi trovati, senza alcun sopralluogo conoscitivo del posto e chissa quanto si sarà preso il menzionato architetto (esperto in sismologo…) per l’elaborazione di questo coplesso e magnifico piano di emergenza.
    E’ vero non centra un cavolo quello che ho detto con l’articolo, ma serve a farsi un idea di chi sono i di cocco. Forse farebbero meglio a limitarsi a cucinare, magari impegnandosi di più in questo settore migliorerebbero la qualità di quello che offrono al loro ristorante (a prezzi non popolari) e non avrebbero bisogno di denigrare le feste di borgata per cercare di racimolare qualche cliente.

  10. Dice che ci sono cooperative di personaggi che vendono cibi e bevande a poco prezzo. Qusto vuol dire quindi che devono comprare a prezzi ancora inferiori per poterci guadagnare. Ma allora se i fornitori magari sono gli stessi e sia i ristoratori sia i personaggi accusati pagano a pochissimo prezzo quello che comprano, quanto guadagnano i ristoratori che poi vendono a pezzi molto alti (E il di cocco nel suo ristorante mica scerza coi prezzi).

  11. Cocco hai sempre aiutato i tuoi affari perciò adesso devi aiutare gli affari degli altri ma tu questo non lo farai mai perciò io ti dico solo una cosa sei un viscido perciò lascia perdere da parte dai tanti ristoratori perche tu non sei manco lava piatti sciacquone.

  12. se i ristoratori vogliono chiudere i ristoranti, sono liberi di farlo. hai voglia e quanta campagna c’e’ da lavorare in italia.

  13. LASCIA IL POSTO A COCCOBELLO….LUI SI CHE E’ LAUREATO E COMPETENTE….E FA PURE RIDE…AUAUUAUA

  14. OGGI PE FATTE NA MAGNATA AGLIU RISTORANTE TE PARTONO COME MINIMO 30 -40 EURO A CAPOCCIA E NEN TE MAGNI NIENTE .A CASA CO 30 EURO CE MAGNO NA SETTIMANA

  15. però in effetti certe sagre che durano un mese -tipo Borgo Carso a settembre- un qualche sospetto lo destano
    il problema è la cattiva qualità che accomuna le sagre paesane a certi presunti ristoranti di lusso, dove paghi caro e magni male