DOPING, GIBILISCO ASSOLTO: ORA RIVEDE PECHINO

12/09/2007 di
Dall’inferno al paradiso in 46 giorni: Giuseppe Gibilisco era stato condannato a due anni di stop lo scorso 18 luglio dalla commissione giudicante della Fidal per il suo coinvolgimento dell’inchiesta doping Oil for Drugs e per i suoi rapporti con il medico abruzzese Carlo Santuccione. La Caf della Fidal ha ribaltato la sentenza, assolvendo dalle accuse l’ex campione del mondo dell’asta del 2003. Le motivazioni saranno rese pubbliche entro una settimana, ma già da subito Gibilisco può tornare alle gare.

 
E si riapre anche la strada, che sembrava ormai sbarrata, per i Giochi di Pechino: la parola fine non è stata ancora scritta, perchè la Procura antidoping del Coni ha già annunciato ricorso. Del resto il procuratore Ettore Torri aveva chiesto e ottenuto in prima istanza la sospensione per due anni, che nel
caso del 28enne atleta siciliano avrebbero significato addio ai Giochi e anche carriera finita, oltre a guai disciplinari con la Guardia di Finanza, di cui veste la divisa. In virtù della squalifica Gibilisco ha già saltato i mondiali di Osaka. La
Procura del Coni comunque farà appello al giudice di ultima istanza ed è intenzionata ad arrivare fino al Tas di Losanna: i tempi non sono prevedibili, ma è certo che Gibilisco (che ha continuato ad allenarsi per tutta l’estate) vuole tornare a gareggiare e quello olimpico resta il primo obiettivo.
 
Quanto al rapporto con la Guardia di Finanza, anche qui si aspetta di vedere come finirà la vicenda: il Gruppo sportivo aveva infatti avviato la procedura perchè fosse «dismesso dall’attività agonistica» e si stava trattando sulla nuova collocazione come finanziere semplice. Adesso però lo scenario cambia di nuovo. Da un punto di vista umano e personale comunque, fanno sapere quelli che gli sono stati vicini, Gibilisco non si è mai arreso. «È stata dura, ma ora sono felice» le poche parole dell’atleta riabilitato.
 
La sentenza della Caf infatti ha come effetto immediato quello di ridare un futuro ad uno degli atleti di punta della nazionale: per i giudici di secondo grado non c’è stato doping, nemmeno tentato evidentemente, al contrario di quanto aveva sostenuto la Giudicante che aveva fatto leva, per la sanzione, sulla frequentazione con uno dei medici più chiacchierati dell’ambiente sportivo, quel Carlo Santuccione al centro dell’inchiesta Oil for Drug. I giudici della Caf non hanno quindi creduto alla ricostruzione fatta dall’ufficio presieduto da Torri che si basava sugli atti dell’inchiesta penale della procura di Latina che  aveva archiviato la posizione, elemento questo su cui la difesa aveva a suo tempo cercato di fare leva.
 
«Non ci sono prove, ma solo indizi», aveva insistito davanti alla commissione giudicante l’avvocato Fiorella.   Tante le ombre sull’ex campione trapelate dalle conversazioni intercettate del maggio 2004 allo studio di Santuccione: si
parla di iniezioni sottocutanee (per i Nas che hanno condotto le indagini è sintomatico dell’uso di ormoni peptidici), di Testovis, uno steroide anabolizzante, e poi c’è l’agenda trovata durante la perquisizione a Formia con annotate le lettere A-P-G, che secondo l’accusa rappresenterebbero il ciclo di sostanze dopanti, l’ultimo il Gh, così come confermato da altri atleti finiti nella bufera. Ma certo mai una positività riscontrata. «Non ho mai evaso un test – era stata l’ultima difesa di Gibilisco – il centro di preparazione di Formia era aperto a tutti, Wada, Iaaf, Ministero della Salute – Solo due volte ho saltato i controlli, ma informando preventivamente la federazione internazionale». Questa difesa stavolta deve essere servita: «Voglio le motivazioni di questa
decisione», aveva tuonato Gibilisco dopo la prima sentenza. Le motivazioni della sentenza Caf arriveranno tra una settimana, poi l’iter per il ricorso fino all’ultimo grado davanti al Tas di Losanna. Ma per Gibilisco è rinato anche il
sogno olimpico. (ANSA)