Calcio, sconfitta e polemiche: il Latina se la prende con l’arbitro

Partiamo dalla fine: al 48′ l’arbitro Aureliano della sezione di Bologna espelle Jefferson per un colpo proibito ai danni di un avversario. Poi ammonisce due giocatori, uno per parte. Sulla bandierina destra del campo c’è un calciatore del Latina pronto alla battuta del calcio d’angolo. Il pallone attraversa mezz’area di rigore del Crotone e, dopo una serie di respinte e controrespinte, finisce tra i piedi di Cisotti, unico a trovarsi appena fuori la zona rossa (pure Iacobucci era nell’area offensiva). Il piccolo attaccante dei pontini cerca di affidare alla sfera la traiettoria giusta sperando che questa sia come nei pensieri migliori. Niente. Restano solo pensieri perché il pallone va fuori, il direttore di gara fischia la fine e gli ospiti festeggiano per il successo.
Siamo partiti dalla fine per dare il senso giusto all’intera manovra di gara. Una gara al cardiopalma. Il Crotone di Massimo Drago torna a casa felice e contento con l’intera posta in palio. Ma a detta dei pallonari tutti quella di oggi sarebbe potuta essere una gara da pareggio. Poi, vai a vedere con quanti gol se due, tre, quattro o sette per parte. La truppa brediana ha da recriminare, da lamentarsi. Un po’ con l’arbitro bolognese che non vede due rigori su tre; un po’ con il vento rotondo che ha tirato come voleva. Alla fine il Latina esce dal Francioni con le tasche vuote ma con un cuore grande così.
E dire che già al 20′ del primo tempo la gara s’era fatta beffarda quando il difensore Riccardo Brosco infila il compagno Iacobucci nel tentativo di anticipare Ishak. Già al termine della prima frazione di gara fioccavano proteste e il coro “Venduto! Venduto!” all’indirizzo dell’arbitro pioveva sul terreno di gioco come meteorite appena nato. Poi gli episodi: Ghezzal fallisce il pareggio e per la legge mai affidata all’ufficialità del “gol mangiato, gol subito” arriva il raddoppio del Crotone con lo spilungone Ligi, di fatto ligio al dovere suo, che di testa manda Iacobucci a farsi benedire. I nerazzurri non ci stanno. E allora Jefferson (entrato al 4′ della ripresa al posto di Milani) scende dal suo armadio e si fa atterrare come un fringuello. Per Aureliano è calcio di rigore. Solo per lui, diciamolo. Perché l’abbraccio di Abruzzese, capitan calabrese, è di quelli che abbatterebbero solo un tavolo tenuto da gambe di carta. Jonathas, forse coerente forse distratto, fallisce dal dischetto. Qualche minuto più tardi è Cottafava a riaprire la partita con un destro in area che non dà scampo ai quattro o cinque difensori crotonesi intervenuti alla respinta.
Basta poco, quel piede giusto che De Giorgio avrebbe dovuto mettere per infilare ancora Iacobucci che la partita poteva addentrarsi nel tunnel più oscuro. Basta poco, per De Giorgio, per rifarsi dall’errore commesso e segnare il tre a uno con una punizione magistrale. Il pubblico sugli spalti si raffredda, poi si scalda di nuovo quando il difensore calabrese Del Prete, che voleva essere Brosco, batte Gomis nel tentativo di anticipare qualcuno che non c’era. Tre a due, dunque, e Latina ancora vivo. Da qui in poi si va verso la fine intesa come capolinea della gara. Il Latina assalta il fortino, reclama un calcio di rigore su Cisotti (che viene ammonito per simulazione) e a ogni fischio si sente il boato dello stadio di fede pontina pronto a infierire contro la quaterna arbitrale. Ma a nulla servono i rimbrotti perché al triplice fischio è il Crotone, squadra valida e candidata alla promozione, a vincere quella che è stata una partita dinamica fino all’ultimo secondo. L’esordio di Luca Ricciardi, uno che col Latina s’è fatto gavetta, viene sporcato dalla sconfitta. E a nulla serve il giusto trattamento zemaniano di un Breda coraggioso che fa tre sostituzioni in dieci minuti componendo lo scacchiere a tre punte. Il Latina deve accogliere i fatti che indirizzano le statistiche verso la seconda sconfitta consecutiva e ai gol subiti tra le mura amiche dopo una serie lunghissima di imbattibilità. Il Latina deve dare di più se vuole davvero lottare per un posto di prestigio in questa serie B maledetta che ama la concretezza, che non lascia adesioni di previsione, facili appuntamenti e sogni a stagionare.
Inizia la discesa..Non fate entrare allo stadio quel pelato di di giorgi che porta una sfiga tremenda
Perché povero… è lui che copre il vice presidente del Latina Calcio quando si prende i soldi comunali per comprare i rinforzi alla squadra e pagare gli arbitri.
Ma che razza di gente deficiente che commenta!