Omicidio di Itri, indagini complesse: non si escludono piste
L’omicidio di Itri rischia di restare un delitto irrisolto. La morte del 57enne enologo di Conegliano Veneto, Ulrico Cappia, da oltre cinque anni consulente dell’azienda vinicola itrana Monti Cecubi, è ancora avvolta dal mistero.
I carabinieri continuano incessantemente a ad ascoltare testimoni: dipendenti dell’azienda, familiari e conoscenti della vittima. Ma per adesso ancora nessun indizio davvero importante. Si cerca anche la pistola, probabile una calibro 7,65, con la quale sono stati esplosi quattro colpi in rapida successione, uno dei quali ha raggiunto mortalmente alla testa l’enologo e un altro forse la cassa toracica.
Non si esclude nulla, neanche la pista campana legata a clan camorristici. In Campania Ulrico Cappia aveva fornito importanti consulenze per alcune aziende. Potrebbe essere venuto a conoscenza di qualcosa di scottante? Potrebbe aver incontrato qualche affiliato alla criminalità organizzata?
La brutalità dell’esecuzione – un agguato a circa trecento metri dall’azienda vinicola Schettino, che l’enologo aveva lasciato, verso le 22,30, al termine di una intensa giornata lavorativa – confermerebbe il coinvolgimento di un killer professionista e forse anche di uno o più complici, che non ha esitato a sparare quattro volte contro Ulrico Cappia seduto al volante della sua 500L e a dare alle fiamme il cadavere insieme alla vettura. Le condizioni del cadavere non hanno aiutato nella raccolta di dati utili alle indagini.
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