EX PENTITO MINACCIA SUICIDIO: ASPETTO CAMBIO IDENTITÀ

09/08/2007 di
Un ex pentito di mafia, Giuseppe Muzio, di 52 anni, minaccia di togliersi
la vita se non riuscirà ad ottenere il cambio di identità «previsto dalla legge», che dice di attendere dal 1997, da quando terminò l’ultimo programma di protezione.

 
«Chiedo al ministro dell’ Interno – dice Di Muzio, che vive a Latina – prendere in
considerazione questo appello, in modo che mi possa ricongiungere con la mia figlia negli Usa. In caso contrario sono costretto a togliermi la vita. Io ho dato allo Stato, lo Stato con le mie dichiarazioni ne ha fatto patrimonio, ma la legge dello Stato non è stata rispettata. Sono stanco di fare appelli».
Già nel novembre di due anni fa a Torino Muzio protestò con uno sciopero della fame. «In Italia sono uno straniero, aiutatemi a tornare in America», disse rivolgendosi al procuratore capo della città, Marcello Maddalena, che conobbe all’ epoca dell’ inchiesta che – grazie anche al suo contributo – portò a smantellare il clan mafioso dei catanesi che imperversava nel capoluogo piemontese. «Non so più cosa fare – spiegò -. Io non sono più quello di venticinque anni fa, ho commesso degli errori ma sono cambiato. Eppure non
ho un lavoro ,non ho più soldi, non so più dove andare».
 
Non è la prima volta che Muzio è protagonista di gesti di protesta: nel 1997 a Roma si tagliò un braccio con una lametta e stazionò a lungo sotto davanti al Ministero dell’Interno. Anche nel 2001, quando soggiornava a New York «come un clandestino, visto il nome che porto», fece uno sciopero della fame.