PAZIENTE MORTO, TRE MEDICI INDAGATI
Il
suo calvario è durato circa due mesi. E morto dopo una terribile
agonia allospedale Santa Maria Goretti e adesso per i consulenti i
medici che lo curarono ebbero «un comportamento censurabile sotto il
profilo dellimperizia per non aver pensato, alla luce del quadro
clinico presentato dal paziente, alla complicanza performativa
duodenale che ha condotto a morte il paziente e per non aver fatto
ricerche adatte a diagnosticarla».
suo calvario è durato circa due mesi. E morto dopo una terribile
agonia allospedale Santa Maria Goretti e adesso per i consulenti i
medici che lo curarono ebbero «un comportamento censurabile sotto il
profilo dellimperizia per non aver pensato, alla luce del quadro
clinico presentato dal paziente, alla complicanza performativa
duodenale che ha condotto a morte il paziente e per non aver fatto
ricerche adatte a diagnosticarla».
La vicenda è quella di Adriano
Spagni, luomo di 67 anni morto il 13 febbraio. Era entrato in ospedale
la prima volta il 22 dicembre, era stato sballottato tra Latina e
Priverno prima di tornare al Goretti quando ormai non cera più nulla
da fare. La vicenda, a seguito di un esposto in Procura dei familiari,
assistiti dallavvocato Renato Archidiacono, è al centro di unindagine
per omicidio colposo che coinvolge i tre medici che nel corso del tempo
hanno avuto in cura Spagni. Il decesso è stato causato, di fatto, dalla
perforazione dello stomaco a seguito di unendoscopia. Sotto accusa ci
sono in particolare i medici dellospedale Regina Elena di Priverno,
il comportamento dei quali secondo i consulenti nominati dalla famiglia
«è censurabile, infatti il paziente già dall11 gennaio iniziava a
manifestare febbre alta».
Di fronte alla terapia antibiotica che non
dava alcun giovamento «lunico esame di diagnostica per immagini
eseguito era un rx torace». Se ne deduce, secondo la perizia depositata
in Procura, che «i sanitari nonostante il paziente è andato peggiorando
progressivamente dalla comparsa della febbre non hanno mai richiesto
esami strumentali che tendessero a chiarire meglio il perché del
peggioramento progressivo delle condizioni del paziente e stabilire una
diagnosi e una terapia adeguata come avrebbe potuto essere». Insomma,
nei chirurghi data la situazione doveva almeno «insorgere il sospetto
di una perforazione duodenale».
dava alcun giovamento «lunico esame di diagnostica per immagini
eseguito era un rx torace». Se ne deduce, secondo la perizia depositata
in Procura, che «i sanitari nonostante il paziente è andato peggiorando
progressivamente dalla comparsa della febbre non hanno mai richiesto
esami strumentali che tendessero a chiarire meglio il perché del
peggioramento progressivo delle condizioni del paziente e stabilire una
diagnosi e una terapia adeguata come avrebbe potuto essere». Insomma,
nei chirurghi data la situazione doveva almeno «insorgere il sospetto
di una perforazione duodenale».
Quando ci si è resi conto della gravità
della cosa era ormai troppo tardi, per Spagni non cera più nulla da
fare. Difficile dire se, dato il quadro clinico, poteva essere salvato.
Di certo ci sono stati comportamenti di fronte ai quali i familiari
chiedono di avere almeno delle spiegazioni. (Il Messaggero, 05-08-2007)
della cosa era ormai troppo tardi, per Spagni non cera più nulla da
fare. Difficile dire se, dato il quadro clinico, poteva essere salvato.
Di certo ci sono stati comportamenti di fronte ai quali i familiari
chiedono di avere almeno delle spiegazioni. (Il Messaggero, 05-08-2007)