NIENTE BIS, PENNACCHI SECONDO AL PREMIO CAMPIELLO
Non ce l’ha fatta Antonio Pennachi a vincere il Campiello 2010. Ha vinto Michela Murgia: e così il premio è andato a una scrittrice under 40 (è del 1972) confermando che la letteratura italiana è vitale e sa guardare avanti. E con essa i premi, capaci d’individuare, più di un tempo, i nuovi talenti. Accabadora (pubblicato da Einaudi) ha ricevuto 119 voti (su 288) vincendo con netto distacco su Antonio Pennacchi con Canale Mussolini (Mondadori) con 73, Gianrico Carofiglio con Le perfezioni provvisorie (Sellerio), 62, Gad Lerner per Scintille (Feltrinelli) che ha avuto 21 voti e infine Laura Pariani con Milano è una selva oscura (Einaudi) con 13.
Dunque non ce l’ha fatta, Antonio Pennacchi, ad entrare nella storia. Aveva un’opportunità unica: quella di vincere, nello stesso anno, i due premi letterari più importanti, lo Strega e il Campiello. All’epopea dell’Agro Pontino i 300 lettori della giuria popolare (e qualche vip, come Donatella Treu, ad del Sole 24 Ore) hanno preferito questa storia di maternità tormentata ambientata nella Sardegna di qualche decennio fa. Alla vincitrice vanno la “vera da pozzo” e altri 10mila euro. I cinque finalisti, infatti, avevano già vinto 10mila euro al momento della selezione nella cinquina. Sarà ora la libreria a dare un nuovo impulso al romanzo della Murgia («Ci puntavo», ha detto, aggiungendo di «dedicare la vittoria all’iraniana Sakineh»), uscito da più di un anno e capace di vendere finora 70mila copie, molte di più della media di un romanzo italiano.
Ma non c’è solo la Murgia. Ieri sono stati assegnati molti altri premi: a Carlo Fruttero alla carriera, alla prima edizione, che risarcisce l’ultimo posto che ottenne nella competizione del 2007: Pietro Grossi, per Pugni (Sellerio), ha ritirato il Campiello Europa, mentre Silvia Avallone ha vinto per la migliore opera prima con Acciaio (Rizzoli). E proprio ieri la scrittrice ha rivelato che dal suo romanzo verrà tratto un film.
Andrea Tomat, presidente di Confindustria Veneto, prima della competizione ha ricordato Elvira Sellerio: «Grande imprenditrice, attenta ai giovani talenti». Se c’è un segno del Campiello 2010 è questo: pur cercando la qualità letteraria e umana ovunque si manifesti, si coltivano i talenti, perché sono loro che portano futuro.
IL COMMENTO DI PENNACCHI – «Certo – commenta lo scrittore di Latina – che avrei voluto vincere il Campiello ma non è successo. Averlo perso però non mi ha creato alcun problema, ho dormito benissimo lo stesso». «E poi – aggiunge – non ha vinto un libro truffa, ma un romanzo vero e molto bello». Del suo Canale Mussolini rivela che ci sono alcuni interessi per una trasposizione cinematografica, ma non va oltre: «Prima o poi, magari tra cinquant’anni sono sicuro che ne faranno un film». Ciò che vuole ribadire è però che, a differenza di quanto sostengono alcuni critici letterari, «il romanzo non è morto, tutt’altro. E forse – conclude – doveva arrivare un operaio come me a vincere lo Strega». Il suo prossimo libro uscirà per Laterza e sarà un saggio di paleontologia, sul cranio del Circeo.