Il papà di Roberta: “Non sono capace di provare odio”

Il papà di Roberta Imperiali, la donna morta insieme al marito travolta da un’auto a 174 km/h, parla al Messaggero: “Io non provo odio, non sono capace, però penso a cosa è successo nell’auto dove si trovavano mia figlia e mio genero…”.

«L’ho detto subito, chi guida ubriaco ha come un’arma in mano – spiega Antonio Imperiali – ora sarà la magistratura a fare il suo corso. Io ringrazio le forze dell’ordine per il lavoro fatto negli accertamenti relativi a mia figlia e al marito». «Ho provato a immaginare cosa accade su un veicolo quando arriva un mezzo a quella velocità, 23 quintali lanciati a 170 chilometri l’ora, una massa che diventa dieci volte tanto. Deve essere pazzesco, vorrei che provassero a immaginarlo tutti, su quell’auto potrebbero starci figli e nipoti di chiunque».

E’ in carcere con l’accusa di «omicidio plurimo con previsione dell’evento» Stefano Carpico, 30 anni, alla guida della sua Bmw a 174 all’ora quando ha colpito la Golf sulla quale si trovavano moglie e marito. L’uomo sarà ascoltato questa mattina dal giudice per le indagini preliminari, Nicola Iansiti, alle 9,30. Nel corso degli accertamenti ha sostenuto, fra l’altro, che andava a velocità moderata e che le vittime non avevano messo la freccia. A tradirlo è stato il gps montato sulla sua auto, oltre a un tasso alcolemico pari a 1,2 grammi litro, contro un limite di 0,5.

La coppia morta lascia una figlia che ora vive con i nonni. «L’altro giorno quando abbiamo saputo dell’arresto mi ha chiesto cosa fosse successo – dice il nonno – le ho spiegato ci siamo abbracciati. Da quando c’è stato l’incidente ha poca voglia di parlare».