MORTI INVISIBILI, TRE DECESSI IN QUATTRO MESI

30/05/2010 di

Morti invisibili, che non fanno notizia, che sembrano non dare dolore. Almeno tre sarebbero i decessi avvenuti tra gennaio e maggio di quest’anno. La denuncia arriva da Sergio Sciaudone, segretario della Federazione della Sinistra di Latina.

“Si trattava – spiega Sciaudone – d’immigrati che vivevano in strada. Della morte di due loro, siamo riusciti ad avere notizia solo ora. F.B. 49 anni, polacco, presente a Latina da almeno quattro anni, per un periodo era stato anche assistito presso il centro d’accoglienza Valle della speranza di Borgo Podgora. Dormiva in ripari di fortuna nei pressi dell’ex campo profughi. Quando le sue condizioni iniziarono a peggiorare, fu ricoverato all’ ospedale S.M. Goretti e dopo cinque giorni dal ricovero, il 27 febbraio scorso è deceduto. Un altro senzatetto rumeno di 41 anni, U.G.F. è morto il 16 maggio scorso, sempre al Goretti, per tubercolosi. Si aggiunga il decesso del polacco, Z.S., trovato agonizzante i primi giorni dell’anno nei pressi della chiesa dell’Immacolata. Di questa morte ne è stata diffusa anche una breve notizia sulla stampa, ma la storia non è stata raccontata per intero. Z.S. viveva a Latina da almeno dieci anni. Era diabetico e non riusciva più a camminare. Fu ricoverato più volte in ospedale e sempre dimesso dopo pochi giorni. Dopo la fase acuta sarebbe stato necessario ospitarlo in un luogo dove potesse ricevere “cure vere” in un “letto vero”.

In seguito all’ultimo sgombero del campo profughi, nel 2009 fu nuovamente ospitato nella comunità di Valle della Speranza, ma quando il Comune di Latina decretò la sua uscita dalla struttura, dovette tornare in strada. I servizi sociali decisero di non pagare più la pur modesta retta richiesta da Valle della Speranza, senza fornire loro alcuna scelta. Le sue condizioni peggiorarono progressivamente fino a condurlo alla morte. L’uomo, che viveva in Italia da venti anni, non aveva più alcun contatto con i familiari in Polonia, considerava Latina la sua città, e gli altri quattro o cinque clochard polacchi con cui si accompagnava, la sua famiglia; per questo decise di non rimpatriare. Essendo cittadino comunitario aveva diritto di rimanere in Italia e di ricevere le cure necessarie.

Raccontiamo queste storie anche per richiamare l’attenzione sul fatto che vi sono altri senzatetto che si trovano nelle stesse condizioni. La situazione più preoccupante è quella di N.M. un marocchino di 46 anni, alcolista e disabile. Da circa due anni si trascina in vari luoghi della città. Quasi ogni giorno intervengono le ambulanze del 118, la polizia e i carabinieri, che lo trovano riverso in terra sul marciapiede. Spesso è lasciato alla stazione di Latina scalo, perché non c’è un posto dove queste persone possano essere accolte. Alla stazione è stato notato da molti pendolari di passaggio. Spesso qualcuno si ferma per offrire aiuto, ma il marocchino non riesce più ad articolare una risposta coerente. Quando le sue condizioni si aggravano, viene ricoverato in ospedale. Superata la fase acuta, torna in strada insieme con altri nelle sue stesse condizioni, senza essere consapevole di rischiare la morte se non tempestivamente assistiti in una struttura sociale che garantisca un minimo di cure.

In realtà vi sono altri clochard deceduti negli ultimi mesi a Latina e dintorni, ma su questi ultimi possiamo solo dire che vivevano in una situazione di abbandono e di mancanza di cure. Chi scrive, così come altre agenzie e associazioni, hanno segnalato quanto sta avvenendo più volte. Il Commissario Prefettizio di Latina, come già le altre istituzioni nei mesi passati, sembrano ignorare il problema: anche la nostra richiesta di aprire un dormitorio è caduta nell’oblio.

Dinanzi a questa situazione, appaiono fuori luogo, ma anche tristi e svuotate di senso, le dichiarazioni trionfalistiche della Provincia riguardo agli interventi in materia di emergenze sociali. A tal proposito si veda l’ultimo numero della rivista patinata “Provincia di Latina” inviata per posta, in questi giorni, ai cittadini, a spese di questi ultimi. Il Presidente Cusani e l’Assessore Fabio Bianchi assicurano che la Provincia assiste, interviene e opera con grande efficacia e con notevoli risultati proprio nelle emergenze sociali, grazie alla collaborazione del Comitato Provinciale di Latina della Croce Rossa. Quest’ultima  – conclude Sciaudone – destinataria di un finanziamento di 170 mila euro. Il tutto per trovarci nella situazione in cui siamo”.