BATTERIOSI DEL KIWI, A RISCHIO LA PRODUZIONE

26/05/2010 di

Non bastava il kiwi cancerogeno, ora l’actinidia «rischia di scomparire, se non si individua al più presto una strategia medica. A rischio sarebbero circa 340mila tonnellate di prodotto, su una superficie di produzione che sfiora i 2 mila ettari». A lanciare l’allarme sono David Granieri e Vito Tizzano, rispettivamente direttore e presidente di Coldiretti Roma.

Sul banco degli imputati la ‘Batteriosi del Kiwì, un cancro batterico che conduce a morte la pianta, una patologia grave di cui non sarebbe stata chiarita la provenienza e, al momento, non sarebbe stata individuata alcuna cura. Il problema sembrerebbe legato all’importazione dello Jin Tao (kiwi giallo di origine neozelandese). Il tema, come precisa una nota, è stato oggetto di un incontro tra alcune associazioni di produttori, la Coldiretti, l’Istituto di patologia vegetale dell’Università, e la Regione Lazio, nella persona di Roberto Ottaviani, nuovo direttore vicario del servizio fitosanitario regionale.

«Stiamo assistendo ad una crescita dei focolai» affermano Granieri e Tizzano, precisando che «la patologia si sta diffondendo a macchia di leopardo, dal kiwi giallo a quello verde. Gli agricoltori sono molto preoccupati» aggiungono, auspicando l’istituzione di un tavolo di natura tecnica per individuare le strategie di cura da una parte, nonchè un tavolo di natura politica per cercare di trovare le risorse utili a coprire i danni. Come Coldiretti, sottolineano, «il nostro impegno è soprattutto nel cercare di mantenere in vita questa produzione nella nostra provincia, molto importante dal punto di vista socio-economico ed occupazionale». I maggiori esportatori al mondo sono l’Italia (primo per l’emisfero Nord e mondiale, dopo la Cina) e la Nuova Zelanda (primo per l’emisfero Sud, seguito dal Cile, e secondo nel mondo); i due Paesi non sono per• in competizione in quanto le stagioni di produzione non si sovrappongono, rendendo di fatto il frutto reperibile 12 mesi l’anno. La produzione supera le 500mila tonnellate per l’Italia, al secondo posto c’Š la Nuova Zelanda con 300mila. Nella provincia di Roma la zona più coltivata è quella dei Castelli romani. Nel Lazio Castelli e Pianura Pontina sono diventati un luogo ideale di coltivazione per il clima e le caratteristiche del terreno particolarmente fertile, perch‚ di origine vulcanica. Il 30 per cento della produzione nazionale è ‘Made in Laziò, con un totale di circa 1,5 milioni di tonnellate raccolte, di cui 340mila a Roma, oltre 1 milione a Latina e 105mila a Viterbo. Inoltre il consumo di Kiwi, a fronte di una riduzione generale dell’acquisto di frutta, è l’unico a non aver subito flessioni. Si Š anzi registrato un incremento, probabilmente per l’immagine salutistica legata ad un elevato contenuto di vitamina C (85mg per 100g) e ad un rapporto ottimale sodio/potassio. Da qui l’appello lanciato da Coldiretti Roma al mondo politico «perch‚ metta immediatamente in atto tutti gli interventi, sia tecnici che economici, per difendere questa importante risorsa».