Scrutatori, nomina o sorteggio? Politici divisi
Niente accordo tra i gruppi consiliari sul metodo di scelta degli scrutatori. Restano le divisioni tra i favorevoli al sorteggio degli scrutatori e coloro che propendono per la nomina diretta. All’interno del Pd tre esponenti sarebbero favorevoli alla nomina. La preoccupazione emersa ieri è che comunque i tre membri titolari della commissione, Corrado Lucantonio e Ivano Di Matteo per la maggioranza, e Aristide Carnevale per l’opposizione, nella seduta di oggi alle 14, si esprimano con un voto unanime, per evitare che, da un voto a maggioranza, possa emergere l’immagine di una commissione divisa, e soprattutto bloccare la terza ipotesi, ovvero che ciascuno dei 30 consiglieri possa avere affidato un certo numero di scrutatori presi dall’albo e tra questi sorteggiarne poi i 12 spettanti a testa.
Il capogruppo del Pd, Giorgio De Marchis scrive su Facebook che «la nomina è un metodo inaccettabile», e che «gli scrutatori dovrebbero essere scelti con il sorteggio, come stabilito dall’ordine del giorno approvato in Consiglio». Fabrizio Porcari del Pd, ha precisato che «la posizione del gruppo è per il sorteggio; poi, ci sono considerazioni di alcuni esponenti del Pd, che sono però personali».
Come sempre bisogna avere una raccomandazione anche per fare lo scrutatore.
Non andare a votare è la migliore risposta.
Il sorteggio è garanzia di imparzialità.
Si prega di rendere noti i nomi degli esponenti politici, di maggioranza ed opposizione, contrari.
sorteggio sacrosanto e con priorità per gli under 40
però, piccolo corso di formazione obbligatorio, chi non partecipa fuori
Presidenti nominati e formati almeno una settimana prima
I presidenti non devono essere troppo giovani. E devono essere anche persone autorevoli, che siano abituati a gestire le persone e anche a ribattere pressioni dei rappresentanti di lista.
Vanno evitati errori fatti in passato dove alcuni presidenti giovannissimi si sono fatti soggiocare un po’ da tutti. Dagli scutatori, dai rapresentanti di lista e persino dal politico da cui è stato nominato. Risultato: in alcuni seggi spoglio interrotto e sigilli alle urne con consegna alla prefettura, in altri schede dubbie assegnate secondo chi faceva più “pressione” oppure annulli di schede valide.