CASO GOODYEAR, APPELLO BIPARTISAN PER IL RISARCIMENTO DELLE VITTIME

14/05/2010 di

Torna in aula il caso Goodyear. Dopo la sentenza del Tribunale di
Latina che ha condannato a complessivi 21 anni di reclusione nove ex dirigenti della
Goodyear italiana, gli eredi delle vittime dei tumori connessi alle condizioni di
lavoro nello stabilimento di Cisterna di Latina restano ancora in attesa del
risarcimento.

Allo stato, ammontano a circa tre milioni di euro i risarcimenti
provvisori che l’azienda non vuole riconoscere ai danneggiati. In una nota,
l’associazione familiari ex dipendenti della Goodyear punta l’indice contro «un
sospetto, se non fraudolento, mutamento degli assetti societari» per non liquidare i
risarcimenti.

I familiari delle vittime sono decisi a portare avanti la loro battaglia e «se
necessario aprire un caso diplomatico con gli Usa, dove ha sede (Akron, Ohio) la casa
madre della multinazionale». Per questo «sono state presentate numerose istanze di
fallimento sulle quali il tribunale di Civitavecchia (competente perchè la sede
aziendale è a Fiumicino) ha fissato la prima udienza per il 21 maggio. Al fianco dei
familiari della vittime della Goodyear scende in campo Silvano Moffa.

»Hano tutte le ragioni e devono essere risarciti, come il tribunale ha stabilito«.
Il presidente della commissione Lavoro della Camera dà al sua piena dispobilità a
»incontrare in ogni momento« i familiari delle vittime e »a fare tutto il possibile
in questa vicenda«. Moffa spiega all’ADNKRONOS che »di fronte a queste richieste
legittime bisogna aprire un tavolo interministeriale con Lavoro, Attività produttive
e Giustizia per coordinare le azioni« affinchè si arrivi ad una positiva soluzione di
questi casi, »soprattutto quando ci si trovi di fronte a una legislazione opaca«.

Moffa avverte: «Il ruolo delle istituzioni è quello di intervenire prontamente di fronte a queste situazioni,
soprattutto quando riguardano grandi multinazionali come la Goodyear che certo non ha
difficoltà a liquidare». «Mi rendo conto che la preoccupazione è quella di creare un
precedente, ma questo è un motivo in più che dovrebbe spingere il legislatore a
intervenire in modo incisivo. Dobbiamo dire basta a quelle imprese che vengono da noi
a fare shopping e poi lasciano solo le macerie», sottolinea Moffa.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Pd Luigi Bobba: «Fanno benissimo i familiari
a presentare istanza di fallimento e chiedere il giusto risarcimento. Noi dobbiamo
sostenere questa azione». Quali passi si possono fare in Parlamento? «Ogni via che
porti a una giusta soluzione va esplorata fino in fondo», replica all’ADNKRONOS il
vicepresidente della commissione Lavoro di Montecitorio.

«Di fronte a un caso come questo, è necessario che si arrivi a una soluzione.
Porterò la vicenda all’attenzione della commissione per vedere se ci sono spazi di
iniziativa possibile nei confronti dell’azienda», dice Bobba, anche se non si
nasconde che «è difficile per il principio della separazione dei poteri. Ma -assicura
il deputato dem- non lasceremo nulla di intentato».

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