L’ALLARME DI CONFINDUSTRIA: LATINA CADE NEL BARATRO

07/05/2010 di

Confindustria Latina analizza la grave crisi economica e occupazionale che sta investendo la provincia di Latina. I dirigenti si sono riuniti e,  al termine della seduta, dopo ampia discussione, è stata condivisa l’urgenza di un drastico cambiamento di rotta anche nelle modalità di interlocuzione con il sistema politico-istituzionale, per la messa in campo degli strumenti più adeguati a traghettare il territorio pontino fuori dall’attuale difficile situazione. “Il primo passo da compiere, fermi restando i tavoli istituzionali locali – ha commentato il Presidente di Confindustria Latina, Fabio Mazzenga – è aprire un canale di comunicazione diretto e concreto con la Regione Lazio. Chiederemo al più presto un incontro alla Presidente, Renata Polverini, perché riconosca l’urgenza di un intervento deciso in favore del nostro territorio, trascurato per troppi anni”.

Gli organi direttivi avranno il compito di formulare il documento da presentare alla prossima Assemblea annuale, in programma il 15 luglio nel Borgo di Fossanova, con la partecipazione della Presidente nazionale Emma Marcegaglia.

“Sarà quella, la prima occasione pubblica di verifica del percorso intrapreso – conclude Mazzenga – Chiederemo alla Presidente Marcegaglia, che abbiamo già investito del problema, di farsi portavoce e promotrice delle nostre istanze a livello nazionale, perché il “caso pontino” merita di essere affrontato con tutti gli strumenti possibili. In sostanza, la gravità della crisi impone urgentemente e nell’interesse generale che si ritrovi quell’unità d’intenti indispensabile a fissare i temi e i tempi per affrontare la situazione, concordando con il sistema politico un preciso calendario di impegni”.

 

 

IL DOCUMENTO

Gli Organi direttivi di CONFINDUSTRIA LATINA sulla grave situazione di crisi economica ed occupazionale in provincia 

Riunione del Consiglio e della Giunta in seduta straordinaria congiunta – Latina, 4 maggio 2010

Non c’è dubbio che ci troviamo di fronte ad una crisi annunciata. Sia gli Organi direttivi che l’intera Assemblea di Confindustria Latina hanno da tempo evidenziato, attraverso analisi ampiamente documentate e diffuse, gli squilibri e i pericoli a cui si andava incontro, anticipando scenari che oggi ci appaiono, purtroppo, in tutta la loro piena drammaticità.

In tutte le Relazioni tenute nel corso delle Assemblee generali degli anni passati vi è chiara denuncia dei gravi rischi che stava correndo il Sistema delle Imprese della provincia. Da ultimo, nell’Assemblea 2009, alla presenza del Ministro Sacconi, c’è stata l’evidente sottolineatura dei danni gravissimi che le difficoltà complessive stavano producendo.

Il grido di allarme per il comparto delle multinazionali, in particolare, è contenuto sia nel dossier sugli “Investimenti diretti Esteri” (IDE) del settembre del 2008, in cui si sottolineavano con chiarezza le cause della “disaffezione” degli investitori esteri verso il territorio pontino, sia nel “Documento di sintesi”, prodotto dal nostro Comitato Imprese Multinazionali, del novembre dello stesso anno che oltre ad analisi e riflessioni, formulava concrete proposte finalizzate ad evitare l’ormai prevedibile e imminente declino.

In tale occasione, con accenti particolarmente preoccupati, venne evidenziato: “Il momento che stiamo vivendo è caratterizzato dal fatto che molte multinazionali….. vivono una stagione di contrazione dei volumi in un panorama mondiale contrassegnato da un’eccedenza delle capacità produttive. Ne deriva che le società madri stanno decidendo dove concentrare le produzioni… le scelte si orienteranno verso quelli più competitivi con altrettanto ovvi accantonamenti e relative dismissioni……”.

Confindustria già allora lanciava l’appello a varare “concrete e urgenti misure per offrire un panorama con prospettive più vantaggiose”, individuando i principali punti di debolezza del sistema, a livello nazionale, regionale e locale, e indicando, a politici e istituzioni, un percorso preciso da seguire per non incorrere nella “implosione” del comparto delle imprese multinazionali. Appello rimasto evidentemente inascoltato.

In questo contesto, negli anni che hanno preceduto gli eventi di oggi, ci siamo trovati a fronteggiare situazioni quasi paradossali, costretti a dialogare, a livelli diversi, con interlocutori istituzionali e politici, spesso in disaccordo, se non in netto contrasto tra loro. Il territorio pontino ha pagato duramente il peso di quei conflitti, che hanno prodotto inefficienza, disorientamento, caduta di appeal del territorio e in generale sfiducia. Raccogliamo, dunque, gli amari frutti di una stasi decisionale e operativa, che ci ha condotto fin qui: i Protocolli e gli Accordi sottoscritti non potevano portare ai risultati prefissati e alla sostanziale inversione di rotta sperata.

Ci sembra, oggi però, di poter affermare che un elemento di positività è rappresentato dal mutato scenario politico-istituzionale. E’ un fatto che la filiera di governo, nel Lazio, sia omogenea a tutti i livelli: dalla Provincia, alla Regione, allo Stato Centrale. Un panorama che vogliamo considerare foriero, almeno potenzialmente, di novità positive per il nostro territorio. Solo un’azione univoca e unidirezionale, infatti, può salvare l’economia pontina. Le ricette sono note: gli attori istituzionali sono chiamati a dare rapidamente vita alle conseguenti azioni.

Peraltro, la situazione attuale è ancor peggiore di quella pronosticata nel 2008. La crisi si sta via, via estendendo all’intero sistema delle PMI che, com’è noto, rappresenta oltre il 90% delle Imprese associate, le quali risentono e ancor più risentiranno, oltre che degli effetti della contrazione produttiva generale dovuta alla congiuntura globale, anche delle pesanti ricadute negative dettate dall’evidente contrazione delle commesse dalle grandi aziende, per un giro complessivo d’affari che ruota intorno all’indotto e alla subfornitura che, sulla base delle nostre stime, si aggira intorno ai 180-200 milioni di euro annui.

In questo quadro, ampiamente anticipato dai nostri studi e dai numerosi appelli, il brusco ridimensionamento della struttura produttiva locale può essere arginato solo con la messa in campo, da subito, di adeguate risorse pubbliche, da affiancare a investimenti privati in settori ad alta potenzialità di sviluppo, con progetti che puntino rapidamente all’efficienza e al rilancio del sistema. Una richiesta che Confindustria rivolge, oltre che agli Enti e alle Istituzioni locali, alla Regione Lazio, ritenendo che solo dalla concretezza dell’azione politica possa venire la leva per il consolidamento dell’esistente e per avviare una nuova fase di crescita del territorio.

Pertanto, oltre ai temi da sempre rappresentati (eccessiva pressione fiscale, carenze infrastrutturali, costi energetici e ambientali, burocrazia soffocante, ritardi nei pagamenti da parte della PA) inseriremo nelle richieste la definizione di uno specifico “Patto per Latina” contenente una adeguata finanza aggiuntiva tesa a favorire la ripresa degli investimenti per consolidare e rafforzare il sistema produttivo.

Nell’Assemblea di metà luglio, grazie alla presenza della Presidente Emma Marcegaglia, ripeteremo e aggiorneremo le analisi e le priorità individuate, inviando anche al Governo centrale la richiesta di un programma di politica economica e industriale da realizzare a breve su poche, ma chiare richieste indispensabili per consentirci di voltare pagina e uscire dalla crisi.