CROLLO VENTOTENE, POLVERINI: FORSE DATI PIÙ CERTI SULLA TRAGEDIA

21/04/2010 di

«Domani ci sarà un incontro dei nostri tecnici con quelli del ministero dell’Ambiente. Domani pomeriggio credo di avere qualche dato un pò più certo». Ad affermarlo il governatore del Lazio Renata Polverini, uscendo dalla chiesa di sant’Anna a Morena, nella periferia romana, dove è stata allestita la camera ardente delle due ragazze morte a Ventotene. Questa mattina infatti i tecnici della Regione Lazio hanno effettuato un sopralluogo nella zona della tragedia.

ALLA CAMERA ARDENTE LO STRAZIO DEI PARENTI – Due bare bianche ai piedi dell’altare della parrocchia di Sant’Anna a Morena. Pochi fiori ma lo strazio delle famiglie e degli amici. È una lunga processione dolente di volti senza trucco e ancora senza barba rigati di lacrime quella che si avvicina alle bare di Francesca e Sara, le due ragazze di 14 anni della scuola media Anna Magnani rimaste uccise ieri nel crollo di un costone roccioso durante una gita scolastica a Ventotene. Stasera è iniziata la loro veglia, nella chiesa del loro quartiere. Resterà aperta notte e giorno fino ai funerali, che si terranno venerdì mattina. Sulla bara di Francesca due ritratti della ragazza. In silenzio, impietrita, una donna anziana, forse la nonna, non riesce neanche a piangere. Tiene la foto tra le mani, la accarezza col pollice. Qualcuno ha deposto sulla cassa una sciarpa gialla e nera e un gatto azzurro di peluche. Ci sono anche due rose rosa, con un messaggio: ‘proteggeteci da lassù, due giovani abitanti di Casale Agostinellì. Per loro, lo ripetono gli adolescenti straziati dal dolore, erano angeli e continueranno ad esserlo. Ma è accanto all’altra bara, dove è stata messa una sua foto, felice, a figura intera, quella di Sara, che il dolore della famiglia non riesce a contenersi. «Come era bella – continua a ripetere la mamma – ora è morta». Qualcuno cerca di portarla via. «No, resto qui», il suo urlo strozzato in gola. Una ragazza più giovane, forse la sorella di Sara, resta a lungo in ginocchio, come una statua, abbracciata al feretro. Qualcuno, pietosamente, le porta un cuscino da mettere tra la guancia e il legno. Uno dopo l’altro i compagni di classe, gli amici, si avvicinano, pregano o restano in silenzio, poi si allontanano. Non c’è rabbia, non adesso almeno. Ci si chiede solo perchè, è la parola che ricorre, perchè sia capitato a loro, e così. Se lo chiedono le ragazze che portano in mano i girasoli, amati dalle giovani vittime. Qualcuno si sente male, è una parente. Una delle ambulanze chiamate per sicurezza la soccorre; altre distribuiscono coperte. La notte sarà lunga. Ad accogliere le bare c’era il sindaco Gianni Alemanno. Entra in silenzio, quando esce riesce solo a dire che «certe cose non dovrebbero succedere mai, la cosa più terribile è seppellire un figlio, perchè li vorremmo circondare di tutte le sicurezze e le cure che meritano». Più tardi arriva anche la presidente della Regione, Renata Polverini, non poteva mancare: domani, spiega, dopo un incontro tecnico al ministero dell’Ambiente, avrà dati più certi sull’incidente. Intanto le famiglie restano li, accanto alle bare. La notte sarà lunga, appunto. Forse domani qualcuno le troverà ancora lì.

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