Palazzo Key, problemi per la messa in sicurezza

Una conferenza di servizi tra Avvocatura e Urbanistica per chiarire la situazione della messa in sicurezza del Key. La commissione Trasparenza ha discusso sulla messa in sicurezza del palazzo, per cui sono stati stanziati 660 mila euro.

L’organo consiliare presieduto da Omar Sarubbo, dopo aver ascoltato il dirigente dell’Avvocatura, Francesco Di Leginio, che aveva ammesso di non essere a conoscenza della procedura con cui il Tribunale ha intimato al Comune nel febbraio scorso di procedere alla messa in sicurezza, ha sentito due giorni fa il dirigente dell’Urbanistica, Rino Monti.

Tra il 1997 e il 2006 il Comune ha fatto diverse ordinanze alla proprietà; essendo l’immobile sotto sequestro per le vicende giudiziarie legate proprio a questioni di proprietà, la società Falco, in possesso di istanza di condono, chiedeva alla Procura la possibilità di effettuare lavori ulteriori, però negata. Nel 2006 una consulenza richiesta dal Comune quantifica in 660 mila euro la somma necessaria alla messa in sicurezza (che il Comune avrebbe poi dovuto recuperare). Comune e Tribunale hanno continuato a intimare alla Falco di eseguire i lavori, ma la società ha risposto che l’edificio è sicuro. Alla fine, il Tribunale ha girato l’ordine al Comune. Ma, «in questa situazione, sia la proprietà, ma anche la Corte dei conti, potrebbero rivalersi su chi interviene con soldi pubblici su un edificio privato», obietta Sarubbo.

E alla fine il palazzo rischia di restare in decadenza, monumento all’incuria di una città ostaggio delle complicazioni burocratiche e giudiziarie.