TRUFFE E RICICLAGGIO, INDAGINI ANCHE A LATINA

16/04/2010 di

È stata smantellata dalla polizia di Stato della Questura di Roma un’organizzazione criminale, operante sulla capitale e su gran parte del territorio nazionale, composta da pregiudicati di varie città del centro e sud Italia, alcuni dei quali appartenenti a clan della malavita organizzata, dedita a truffe a danno di istituti di credito ed al successivo riciclaggio degli assegni fraudolentemente acquisiti. Alle prime ore di questa mattina, su disposizione della Procura della Repubblica di Roma, personale della polizia di Stato ha proceduto alla cattura di 11 persone ed a varie perquisizioni a carico di altri individui ritenuti, a vario titolo, coinvolti nell’illecita attività, rinvenendo materiale molto utile per il prosieguo dell’indagine.


Secondo quanto accertato dalla Polizia di Stato, che ha portato a termine l’operazione «Golden Checks», l’organizzazione criminale ha aperto alcuni conti correnti in 25 sportelli bancari di diversi istituti della capitale. I conti erano sia personali sia a nome di ditte individuali. Con questi avrebbero poi richiesto i carnet di assegni e dopo aver azzerato i pochi soldi che avevano lasciato nel conto, gli accusati avrebbero continuato a rilasciare assegni per acquistare in buona parte dei casi merce che poi sarebbe stata anche rivenduta a prezzi di realizzo.

Alla conferenza stampa in questura hanno partecipato, tra gli altri, Tommaso Miglio, dirigente della Mobile, Mauro Baroni, dirigente del Commissariato Porta Pia. Degli 11 arrestati, uno, L.C. di 58 anni, nato a Crotone ma residente da tempo a Roma, con precedenti di Polizia, era a capo dell’organizzazione. Il sistema, secondo gli inquirenti, avrebbe coinvolto gruppi in diverse regioni italiane soprattutto Lazio, Campania e Calabria. Una ‘costolà crotonese, composta da 5 persone (S.P. di 31 anni, M.G. di 32 anni, F.R. di 21 anni, G.R. di 43 anni e sua moglie E.G. di 40 anni) faceva la spola tra la Calabria e Roma per riciclare gli assegni. Uno degli arrestati calabresi, secondo gli inquirenti, sarebbe anche affiliato a un clan della ‘ndrangheta e gli investigatori stanno valutando l’eventuale coinvolgimento di organizzazioni malavitose in questo sistema. Con precedenti legati alla malavita organizzata, tra gli arrestati c’è anche P.P. di 69 anni di Napoli. In manette sono finiti anche M.P. romano di 41 anni e 3 ciociari: G.C. di 48 anni di Veroli, M.A. di 40 anni di Fiuggi, M.M. di 50 anni di Ferentino. Secondo gli inquirenti, la ‘costolà dell’organizzazione in provincia di Frosinone avrebbe portato avanti truffe anche in proprio. L’operazione ha preso il via grazie ad un controllo effettuato la sera del 18 novembre dello scorso anno, quando la volante del commissariato Porta Pia ha sorpreso L.C. in piazza Bologna con quelli che gli investigatori chiamano ‘pizzinì. Nel dettaglio si trattava di alcuni fogli di carta dove venivano annotati nomi e cifre legate a questo giro d’affari.

La truffa individuata è ai danni di istituti bancari con sedi a Roma, Guidonia, Montecelio, Frascati e Marino. Per carpire la fiducia dei direttori delle banche, alcuni degli arrestati, in particolare i crotonesi, hanno prodotto diverse richieste di residenza nelle anagrafi di Roma, Guidonia e Marino. Residenze che poi sarebbero state fittizie. Stando agli accertamenti, sarebbero state costituite ditte individuali artigiane risultate poi inattive che avrebbero differenziato l’accensione dei conti correnti su più filali dello stesso istituto di credito per cercare di cancellare tracce sul loro operato. Secondo gli inquirenti, risultano accesi ad oggi oltre 70 conti correnti bancari e sono stati acquisiti oltre 130 carnet di assegni, per un totale di 1300 assegni. Di questi risultano esserne stati protestati oltre 180 per un ammontare di 1 milione e 200 mila euro. Gli investigatori valutano una media di 7 mila euro ad assegno: si può così ipotizzare come siano stati firmati assegni per oltre 9.100.000 euro.

L’operazione che ha portato ad 11 arresti e alla perquisizione di altre 10 persone è stata portata avanti dagli agenti della squadra mobile di Roma, da quelli del commissariato Porta Pia e dalle squadre mobili di Crotone, Napoli, Frosinone, Viterbo e Latina. Anche i territori di questi ultimi due capoluoghi sarebbero infatti interessati all’attività di riclaggio. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal Gip di Roma, Alfredo Ruocco su richiesta del magistrato titolare dell’indagine, Lori Perla.