False opere di Modigliani, arrestato mercante d’arte di Aprilia

Arrestato il presidente degli Archives Legales Amedeo Modigliani, accusato di aver certificato falsamente alcune opere del Maestro. Ai domiciliari Christian Gregori Parisot, collaboratore di Jeanne Modigliani, figlia dell’artista.
In manette anche Matteo Vignapiano, mercante d’arte di Aprilia. denunciate altre sette persone in stato di libertà e sequestrate 59 opere falsamente attribuite a Modigliani: 41 disegni, 13 opere grafiche, quattro sculture in bronzo e un dipinto olio su tela, per un valore complessivo di circa 6 milioni e 650mila euro.
L’indagine, hanno riferito il capitano Giampiero Romano, comandante della Sezione Antiquariato, e il capitano Paolo Salvatori, comandante della Sezione Falsificazioni e Arte Contemporanea, è iniziata nel 2010, nelle sale di un museo, l’Archeologico Nazionale di Palestrina: sulla base di segnalazioni, i carabinieri hanno filmato le opere esposte nella mostra Modigliani dal classicismo al cubismo, organizzata appunto dagli Archivi Modigliani, hanno fatto valutare l’autenticità delle stesse e sono arrivati al sequestro di 22 di esse, false.
I carabinieri hanno scoperto poi che il caso di Palestrina non era isolato: in pratica gli Archivi organizzavano mostre in Italia e nel mondo, documentate una al Castello Ursino di Catania e un’altra a Bangkok, con falsi patrocini, presumibilmente proprio per spingere i falsi che, dopo l’esposizione, trovavano spesso un acquirente, a prezzi salati vista la notorietà di Modigliani (60-70mila euro per un disegno mentre per una testa in bronzo il prezzo di vendita è stato di 75mila euro) e vista soprattutto la credibilità degli Archivi e del suo direttore; a tal punto indiscussa che, fino all’inizio delle indagini, Parisot , residente a Roma, è stato anche consulente dello stesso Reparto Operativo Tutela Patrimonio Culturale che ha avviato un attento controllo sulle sue passate collaborazioni.
Agli indagati sono contestati i reati di contraffazione, ricettazione e commercializzazione di opere d’arte. Fra Parisot e Vignapiano il lavoro era ordinatamente diviso: il primo certificava, il secondo vendeva grazie alla credibilità delle sue certificazioni e, riferiscono i carabinieri, quando era il caso presentava l’acquirente all’esperto per ulteriore rassicurazione.
Disegni ed opere grafiche falsificati erano frutto di una scannerizzazione di opere autentiche poi trasferite su carta invecchiata o d’epoca, rifinite e modificate a mano. Un vero e proprio falso “Alla maniera” di Modì l’olio su tela, un volto di donna. Apparentemente del tutto inventate le steste in bronzo, tipologia di opere che, fra l’altro, non è documentata nella produzione ufficiale di Modigliani.
Io credevo di aver fatto un affare comprando da loro un MUTANDARI,vendutomi per originale. Era meglio se prendevo uno STACCOLANANA
Dopo infinite discussioni, nel 1990 mi dimisi dagli Archivi Modigliani dei quali facevo parte assieme a Parisot, Guido e Giorgio Guastalla, questo perchè non condividevo l’autenticità di molte opere che gli altri tre membri andavano pubblicando e vendendo.
In quel contesto lasciai anche la Casa Natale dell’Artista che avevo fondato e diretto. In molte occasioni ho denunziato questa incresciosa situazione ma il risultato è stato quello di riceverne solo persecuzioni.
Finalmente ora appare un raggio di luce…
Carlo Pepi (ex membro degli archivi legali Modigliani)