Cure domiciliari, accordo con il policlinico Umberto I
«È stato firmato questa mattina dal Direttore Generale del Policlinico Umberto I dottor Domenico Alessio dal Presidente dell’AIL Franco Mandelli, e dei Direttori Generali delle Aziende Sanitarie locali e delle Aziende Ospedaliere del Lazio sede di UOC di Ematologia ospedaliera, il Protocollo attuativo per la realizzazione del ‘Progetto di continuità assistenziale per la istituzione di una rete regionale di cure domiciliari specialistiche destinate ai pazienti ematologicì, finanziato con 1,5 milioni di euro dall’Assessorato alle Politiche Sociali e Famiglia della Regione Lazio. Ad aver sottoscritto il protocollo sono l’Ail e l’Azienda Policlinico Umberto I capofila del progetto, insieme l’Asl Roma C – Ospedale Sant’Eugenio, l’Asl di Viterbo – Ospedale Belcolle, l’Asl di Latina – Ospedale Santa Maria Goretti, l’Asl di Frosinone – Policlinico Umberto I e le aziende ospedaliere San Camillo e San Giovanni Addolorata di Roma che assisteranno per un anno a domicilio oltre 700
pazienti in tutto il territorio regionale». Così in una nota il Policlinico Umberto I.
«Il Policlinico Umberto I – ha spiegato il Direttore Generale, Domenico Alessio, a margine della firma del protocollo – insieme all’AIL, svolgerà il ruolo di Centro Coordinatore del progetto sulla base dell’esperienza accumulata in questi anni. Grazie al sostegno economico dell’Assessorato alle Politiche sociali e Famiglia della Regione Lazio e al cofinanziamento dell’AIL, finalmente siamo in grado di implementare a livello regionale le cure domiciliari ematologiche nei Centri di Ematologia, raggiungendo su questa delicata malattia una piena integrazione tra gli interventi di tipo sanitario con quelli sociali».
«Oltre all’implementazione, altri quattro sono gli obiettivi principali del protocollo – si legge nel comunicato – a cominciare dal raggiungimento di una migliore qualità della vita da parte dei pazienti, assistendoli con un approccio multidisciplinare (medico, psicologico e sociale) nel loro ambiente familiare e favorendo, quando possibile, il loro reinserimento nella vita sociale. Poi, la riduzione del ricorso ai ricoveri impropri promuovendo le dimissioni, anche precoci, dai reparti di degenza. La formazione e l’aggiornamento degli operatori. E, aspetto da non trascurare, la diffusione di un modello di gestione omogeneo tra i vari centri, anche attraverso l’uso di un comune software di cartella clinica informatizzata funzionante via web, già utilizzata e validata dalle équipe del Policlinico Umberto I e dell’Ospedale S. Eugenio».
«In seguito alla firma di questo protocollo – ha sottolineato il presidente AIL, Franco Mandelli – il progetto, dopo aver provato negli anni la sua efficacia, supera la fase sperimentale e si fa strutturale nel Lazio. Dobbiamo dire grazie alla sensibilità dell’Assessore Aldo Forte, che ha creduto in questo progetto che non sarebbe stato possibile senza la piena sinergia e comunione di intenti tra istituzioni e associazionismo, tra risorse economiche e umane».