Dossier sulla sicurezza, a Latina criminalità in crescita

Omogeneo incremento dei fatti criminosi nelle cinque province del Lazio, maggiore delittuosità o tasso di criminalità nei comuni lungo la fascia litoranea della regione compreso il comune di Roma e continua a destare preoccupazione l’espansione finanziaria della criminalità organizzata soprattutto nella Capitale ed in provincia di Latina.
Questi alcuni dati contenuti nel «Rapporto sullo stato della sicurezza e sull’andamento della criminalità nel Lazio», presentato oggi dall’assessore uscente della regione Lazio Giuseppe Cangemi e dal presidente dell’Osservatorio per la sicurezza e legalità Rosario Vitarelli. Il dossier analizza i dati consolidati del 2011 mettendoli a confronto con quelli del quinquennio precedente (2006-2010), e fornisce una fotografia sullo stato della sicurezza e criminalità nei 378comuni del Lazio. I dati, sono elaborati sulla base delle denunce pervenute alle autorità competenti.
«Nel 2011 – ha spiegato Cangemi – si registra un aumento di episodi criminosi rispetto al 2010 da 284.511 a 311.837 ma c’è stato un decremento rispetto al biennio 2006-2007, nel 2006 erano oltre 319mila mentre nel 2007 oltre 330mila». «Degli oltre 311mila reati commessi nel 2011 nell’interno territorio del Lazio – ha proseguito ancora l’assessore – l’82% si sono registrati nella provincia di Roma. C’è stato un aumento nella provincia di Latina pari al 8,27%. Complessivamente c’è stato un aumento delle rapine del 20% su tutto il territorio regionale, del traffico e spaccio stupefancenti, del 25% e di reati contro la persona e furto, +10%».
«Alcuni reati preoccupano più degli altri, – ha proseguito ancora Cangemi – come l’usura e il racket dove abbiamo fatto una scelta precisa di contrasto, grazie anche alla legge regionale, che sta a buon punto e che speriamo sia votata prossima legislatura. Un dato in controtendenza è che a Roma ci sono state solo 5 denunce per usura e questo dato la dice lunga su quanto preoccupa situazione del sommerso». «Molti episodi avvenute nel corso di questi ultimi anni – ha aggiunto Vitarelli – hanno denominatore comune: sono collegati ad attività illecite legate agli stupefacenti. Si registra sempre di più un uso delle armi e questo rende più efferati questi reati».
Sicuramente i dati assunti in base alle denunce sono in difetto……. oramai molti non fanno più le denunce, subiscono e basta e si organizzano forse per altre vie meno tortuose…. il motivo è che nessuno più si fida degli organi di controllo e della loro efficienza e della certezza della pena…….. si consumano i reati e poi c’è la beffa…………..
Lo stiamvedendo e vivendo sulla nostra pelle. Le forze di polizia non sono in grado di fronteggiare i reati di furti e rapine. Qui la si fa franca. Accomodatevi gente, dall’Italia e dall’esterno, qui c’è posto per tuttiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!
……a quando la prossima fiaccolata in onore delle persone perbene coinvolte nella criminalità dell’altra faccia della legalità?………..
Armandino e il Principe del Granducato di Fazzonia cosa dicono? Dati fasulli anche questi?…Povero Grande Prefetto Frattasi e..purtroppo poveri noi!!!
Eravamo la più bella gioventù d’Italia un tempo, ecco come ci siamo ridotti…
a me non mi risulta :-|
+tasse – lavoro+ immigrazione+tagli alle forze dell’ordine – carceri =Più criminalità