INCHIESTA FASTWEB, I CONTI IN LUSSEMBURGO

06/03/2010 di

di MARCO CUSUMANO *

Un intreccio di società, conti correnti e holding che parte dall’Italia e arriva fino ai paradisi fiscali d’oltre oceano, passando per diversi Paesi europei. L’inchiesta su Fastweb e Telecom Sparkle racchiude una ricostruzione inquietante del sistema di riciclaggio del denaro. Il ruolo dell’imprenditore di Latina, Antonio Ferreri, ricorre decine di volte all’interno dell’ordinanza di custodia cautelare firmata da Aldo Morgigni che, in oltre 1.500 pagine, ricostruisce dettagliatamente il meccanismo delle truffe.



aldo_morgigni«Antonio Ferreri – scrive Aldo Morgigni (nella foto) – nella sua qualità di rappresentante legale di CMC Italia srl e di Web Wizard srl, è stato un membro indispensabile del sodalizio criminale e le società dallo stesso amministrate hanno avuto un ruolo fondamentale per lo svolgimento del programma delinquenziale consistito nella realizzazione di ingenti frodi fiscali attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un importo complessivo di € 203.602.779,52 nell’operazione Phuncard».

Ferreri è accusato di associazione per delinquere nell’ambito della sua attività di amministratore unico delle due società, descritte come «società cartiere coinvolte nella frode fiscale» nonché di «emissione di fatture per operazioni inesistenti (in qualità di amministratore della società Web Wizard) e di riciclaggio con riferimento alla costituzione in Lussemburgo di società finanziarie sui conti delle quali sono transitate somme provenienti e destinate alla realizzazione dell’operazione “Traffico Telefonico”».

Ma le attività illecite risalgono anche a prima del 2003: «Ferreri – si legge nell’ordinanza – risulta essere stato compiutamente identificato perché coinvolto, quale amministratore della società CMC, nell’indagine relativa alle truffe telefoniche eseguite, negli anni 2001-2002, con la gestione di numeri telefonici a valore aggiunto Italiani (166-709-899) dati in concessione da Fastweb a CMC (nel quale è stato disposto il rinvio a giudizio) e dal quale, a seguito delle indagini sulle movimentazioni (ingenti) bancarie tra i conti di CMC e Fastweb è partita l’indagine che ha dato origine al presente procedimento».

L’accusa conclude la descrizione del ruolo di Ferreri definendolo «un membro indispensabile del sodalizio criminale. Le società da lui amministrate hanno avuto un ruolo fondamentale per lo svolgimento del programma delinquenziale consistito nella realizzazione di ingenti frodi fiscali attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti». Sui conti di Ferreri sono stati trovati movimenti per oltre 167 milioni. (* Fonte Il Messaggero 06-03-2010)